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sabato 9 novembre 2019

LUNGOMARE DI SALERNO



Ormai è sempre più difficile pescare salmone selvatico, dato che lo stock dell'Atlantico è in estinzione e quello del Pacifico è in declino. 

Il salmone che finisce sulle nostre tavole è dunque quasi sempre salmone d'allevamento intensivo, nutrito con mangime contenente derivati animali, di maiali e d'altri pesci: per ottenere un kg di salmone ne servono almeno cinque di altri pesci, la qual cosa porta non solo ad una riduzione degli stock ittici, ma all'estinzione di molte specie.

Peraltro, i reflui di questi allevamenti non vengono mai lavati via e si lasciano semplicemente cadere attraverso le reti: il risultato sono migliaia di tonnellate di escrementi e rifiuti che si depositano nel fondale intorno agli allevamenti, i cui abitanti ne rimangono intossicati, e che non vengono mai rimossi.

L'avvelenamento non riguarda solo il salmone: interessa tutti i pesci allevati intensivamente (vedi trote, orate, spigole), i quali, colmi di tossine ed inquinanti di vario tipo, non fanno altro che indurre malattie di ogni genere, di cui sono ben consci scienziati del mare, nonchè medici e veterinari.

Non ci resta che consumare quello surgelato, commercializzato da industrie che lo pescano in zone più o meno ancora incontaminate del pianeta, in particolare il merluzzo, ottimo per tutti, dall'infanzia alla tarda età.

Al più, pesci di piccola taglia, e di mare ancora teoricamente indenne da inquinamenti, per esempio, qui da noi, quelli provenienti dalle coste pugliesi e calabre.

lunedì 4 novembre 2019

BERGAMIA: LA COMUNITA' DEL BERGAMOTTO

Innovazione, sostenibilità e nutraceutica sono alla base di una nuova cooperativa agricola di coltivatori di bergamotto della provincia di Reggio Calabria. La neonata attività - denominata Bergamia - ha sede a Brancaleone e a Locri ed è stata fortemente voluta dall'azienda agricola Patea che ne è capofila.

Bergamia si pone come anello di congiunzione tra il vasto tessuto agricolo locale e il mercato nazionale ed europeo del prodotto fresco e trasformato.

"L'obiettivo, per quanto riguarda il segmento del trasformato, è puntare su referenze salutari con uno sguardo privilegiato alla ricerca. I risultati arrivano dal consumatore attento, circostanza che abbiamo verificato con il recente lancio dei Canditi di Bergamotto e del Tris Energy Juice. Un prodotto naturale, quest'ultimo, ottenuto non da succo concentrato ma dalla spremitura di frutti freschi biologici da filiera calabrese: melagrana, bergamotto e bacche fresche di Goji Italiano": così si è espresso il titolare.

L'azienda agricola Patea, con sede a Brancaleone (RC), per tradizione si è specializzata nella trasformazione di oli essenziali. Nel 2010 la ricerca scientifica individua nel succo di bergamotto un ottimo anticolesterolo naturale, ed è così che l'azienda Patea lancia una linea di succhi in bottiglia e un'altra di surgelati, particolarmente indicati per gelaterie e pasticcerie.

Contatti: Azienda Agricola Patea, Contrada Caldara s.n., 89036 Brancaleone (RC) – Italy

Email: info@essenzabergamotto.com. Web: www.essenzabergamotto.com

NUTRIRSI CON SAPIENZA


Appena svegli, alcalinizzare l'organismo, il cui mesenchima, durante la notte, si è imbevuto di acidi, in gran parte derivanti dalla cena precedente, che dovrebbe comunque essere parca.

Tale eccesso di acidi si elimina perlopiù attraverso le urine: se permanessero, in modo cronicizzato, nel sangue e quindi nei tessuti, le reazioni metaboliche - volte fondamentalmente alla formazione di euenzimi ed euormoni - non potrebbero avvenire o avverrebbero forzatamente, con produzione di metaboliti tossici.

L'alimento migliore per bloccarli è il limone (od anche il lyme, o, ancor meglio, per chi ha la fortuna di poterlo reperire, il bergamotto), che, pur essendo ricolmo di acidi, esita, una volta ingerito, in alcalinizzazione organica, sempre che non sia stato trattato con pesticidi e fitormoni: buoni quelli della penisola sorrentina, della Calabria e della Sicilia.

Per chi volesse rinforzare l'alcalinizzazione, segue una miscela, con la quale facevo evitare ai miei pazienti, nella mia attività di medico di famiglia, la quasi totalità dei ricoveri ospedalieri, sempre che non si fosse trattato di malformazioni cardiache o traumi.

Ne constatavo quasi sempre una deviazione da un'equilibrata condotta alimentare, indirizzata come del tutto a pastasciutta, prodotti suini e vino.

Con qualche auscultazione e percussione toracica - non con analisi, raggi o tac, del tutto gratuite ed atemporali, per chi come me doveva agire immediatamente - li invitavo a preparare la miscela di cui dicevo, la seguente: versare in un bicchiere di acqua oligominerale due cucchiai colmi di granulato di Citrosodina od Alcalosio (allora, non conoscevo il Regobasic o il Probasic o simili di oggi), farli sciogliere per bene sino all'eliminazione delle bollicine, ed aggiungere il succo di uno o due limoni, mescolare e sorseggiare.

I miei pazienti si riprendevano quasi immediatamente, e tale miscela è quella che consiglio ancor oggi a tutti, appena ci si svegli, per bloccare, come detto, l'eccesso di acidi notturni.

Ciò detto, dopo mezzora un'ora, ci si può preparare una buona tazza di caffè o di the nero (assoluto od anche al bergamotto o al gelsomino), dolcificate con zucchero integrale di canna o magari con del buon miele di acacia o millefiori (non Ambrosoli o importato dalla cina), con l'aggiunta, nella tazza, di qualche fetta biscottata, preferibilmente integrale.

Sarebbe bene abituare anche i bambini a tale prima colazione, i quali potrebbero optare anche per una ciotola di latte nostrano, magari con l'aggiunta di un po' d'orzo o di fiocchi di avena o di mais o con della buona polvere di cioccolato, e dolcificato come detto: il miglior starter, tale colazione, per le ottimali performances dei bambini, soprattutto scolari, che devono affrontare lunghe ore di sosta tra i banchi, innanzi ad una cattedra.

Volendo, sarebbe utile concludere la colazione con una mela bio, senza pesticidi e fitormoni, a fette o grattugiata, con l'aggiunta di un pizzico di polvere di cannella e un po' di zucchero, quello detto.

Verso le dieci, però, più o meno, comincia di nuovo ad avanzare il senso della fame.

Ed allora, per chi sta in casa, è utile ancora una volta una spremuta di limoni ed arance.

Per chi stia sul luogo di lavoro, o ricorra ancora al caffè, o, se il bar è fornito, alla suddetta premuta di agrumi, più qualche nocciola o gheriglio di noci od un pezzo di cioccolato alle nocciole.

Per i bambini, ci vorrebbe una mela od un kiwi, più qualche biscotto alle nocciole ed al cioccolato, di cui dovrebbero dotarli i genitori prima di accompagnarli a scuola.

Giunge alfine l'ora di pranzo. L'ideale è un buon minestrone di verdure, tuberi e legumi (ottimo quello surgelato, di sicura filiera), condito con olio di oliva extravergine spremuto a freddo (di frantoio o reperibile online o al supermercato, dal costo, per un litro, di circa dieci euro, che quelli di pochi euro sono miscele tossiche), sale marino integrale della sicilia, erbette (per esempio quelle, in Italia, della Ariosto, composte da un mix di rosmarino, timo, erba cipollina, sedano, prezzemolo ed altro), aceto di mele bio non filtrato, un po' di senape al miele o di buon ketchap o di maionese prodotta con uova provenienti da galline allevate a terra e senza mangimi ogm né antibiotici o vaccini.

In alternativa al minestrone, ci sarebbe il riso parboiled integrale o venere, condito nel modo suddetto, od anche, volendo, una buona polenta o del semolino integrale o del cous cous, con pomodorini e una spruzzata di parmigiano in busta, prodotto con latte italiano.

Per secondo - insieme ad un'insalatina o in alternativa ad un piatto di patate di montagna o selenizzate e fritte con olio di semi di mais - si ricorra, per circa tre volte a settimana, ad una fettina di carpaccio o di colarda di manzo, o ad una di pollo o di tacchino o di coniglio o di agnello, allevati biologicamente, o di qualche filetto di merluzzo congelato (o, se freschi, di pesci di piccola taglia, opportunamente privati delle interiora, provenienti da acque grossomodo ancora sicure, come quelle calabresi).

Come si vede, non faccio cenno a latticini e formaggi, soprattutto quelli stagionati, né ad affettati, ma chi non riesce a farne a meno, si contenti di poco: un bocconcino di mozzarella di latte di bufala, o qualche fettina di buon salame o di mortadella al pistacchio.

Tra le sedici e le diciassette incalza un nuovo senso di fame, ed allora, o si fa come gli inglesi, rimediandovi con una buona tazza di the, come alla colazione, o ci si deve accontentare della solita premuta di agrumi o, in mancanza, di un bicchiere di succo di frutta confezionato (buoni, in Italia, quelli della  Santal o della Zuegg), e di un biscottino alle nocciole o di un pezzo di cioccolata o di qualche wafer.

Siamo alla cena: grossomodo come a pranzo, ma più parca, magari intorno alle 19 o 20.

Per conciliare il sonno, poi, è miracolosa una tisana in cui sia stata intinta una bustina o due di fiori di camomilla (non quella setacciata), della Bonomelli, della Aboca o di altra buona marca, sebbene comincino ad affacciare sul mercato tisane a base di erbe o semi vari (quali finocchietto, passiflora, valeriana, biancospino od altre).

Io personalmente mi addormento con del caffè, dolcificato come detto e con l'aggiunta di un paio di cucchiai di latte intero.

Non avrei altro da aggiungere.

sabato 2 novembre 2019

SUCCO DI SEDANO: MENO DI DODICI EURO PER CONTRASTARE QUALSIASI MALATTIA


Il sedano è la pianta officinale per eccellenza, ma tutte le ricerche su di essa si concentrano sui gambi, sulle foglie, sui semi o sul sedano in polvere ricostituito in forma liquida:  nessuno di questi elementi però ha gli stessi effetti del succo di sedano fresco.

Il succo di sedano contiene aggregati di sali di sodio, gruppo distinto di composti che circondano il sodio stesso, in una struttura simile a quella del sistema solare, ed all’interno dei quali si trovano diversi oligoelementi, alcuni legati agli stessi aggregati, altri fluttuanti all’interno di essi.

Questo particolare tipo di sodio, sostanza chimica cruciale, è una componente fondamentale dei neurotrasmettitori, per cui si può affermare che il succo di sedano è la bevanda elettrolitica più efficace del Pianeta, nessun altro alimento, pianta o bevanda, potendo fornire in una sola volta tutti gli elettroliti attivati necessari per formare le sostanze chimiche utili all’organismo, in particolare delle sue strutture cerebrali.

Peraltro, quasi tutte le malattie, dalle allergie al cancro, dipendono dall’intossicazione da metalli pesanti presenti nella gran parte dei cibi, di terra e soprattutto di mare, tutte tossine che possiedono una carica distruttiva non solo per i neuroni, ma anche per il fegato e per le altre cellule del corpo.

Tali tossine di origine alimentare, in particolare mercurio, cadmio ed alluminio, sono proprio il bersaglio di quegli aggregati di sali di sodio, che ne disinnescano la carica disattivandoli e rendendoli affatto aggressivi.

Inoltre, gli oligoelementi cofattori, presenti in concentrazioni bassissime in quegli stessi aggregati di sali di sodio, sono estremamente utili alla digestione, poiché penetrano nelle cellule ghiandolari gastriche riattivando l'acido cloridrico, composto invero da una miscela di sette acidi, che stermina i germi nocivi (batteri, virus, funghi) che si sono virulentati non solo nello stomaco, ma anche nel duodeno e nell’intestino tenue, per incongrua alimentazione o ricorso a farmaci allopatici, tutti potenti acidi.

Il succo di sedano infine contiene inoltre molteplici fitormoni che nutrono e rigenerano ogni singola ghiandola del sistema endocrino, tra cui il pancreas, l'ipotalamo, la ghiandola pituitaria (ipofisi), la ghiandola pineale (epifisi), la tiroide e le ghiandole surrenali: motivi per cui il succo di sedano è miracoloso per la cura di obesità, malattie metaboliche, cancro ed altro, insieme alla sequela di un'alimentazione prevalentemente alcalinizzante.

venerdì 1 novembre 2019

CUORE SOTTO CONTROLLO


RegoLipid è un integratore alimentare che combina principi attivi di origine vegetale, come  Berberis aristata,  Banaba (Lagerstroemia speciosa), Curcuma longa e principi nutritivi quali  cromo,  acido folico e  acido alfa-lipoico, utile  per  regolare le funzioni cardio-metaboliche. 

Senza glutine e lattosio, è adatto a chi ha scelto un'alimentazione vegana.


mercoledì 30 ottobre 2019

CIBI E PRESIDI TERAPEUTICI ANTIACIDI


Come premessa, da medico, invito i colleghi che credono di "curare" la gente, qualunque sia la patologia, dalle allergie al cancro, a leggersi almeno il seguente scritto, fra i molteplici: "L'equilibrio acido - basico": aspetti clinici, dietetici e bioterapici dell'acidosi tissutale, di Silvano Mantovani, Macrolibrarsi Edizioni.

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Ma ecco di seguito quanto è più alla portata di mano della semplice gente, anche poveri pensionati, che annaspano faticosamente presso i centri di prenotazione di varie visite, pagando forzosi ticket, per poi recarsi da "specialisti" ospedalieri o privati, i quali, a loro volta, ti rimandano ad esami di laboratorio, indagini radiologiche, strumentali e quant'altro, con ulteriore esborso di quattrini, per poi recarsi dal medico di base a farsi prescrivere "farmaci" allopatici, acidi e tossici, quasi tutti quelli correnti, a parte qualche utile antibiotico (magari una cefalosporina monodose, senza dover pensare a quelle parenterali, che hanno quasi tutte un "effetto spugna" pericolosissimo per l'organismo), qualche fiala di Bentelan e qualche compressina di Lasix, né intravedo altro, con ulteriore spesa in farmacia, quando invece, con dieta alcalinizzante all'80% ed acidificante al 20%, più qualche polvere alcalinizzante, quelle che seguono, potrebbero agevolmente e con minima spesa gestire a lungo per il meglio la loro salute, col semplice concorso del farmacista.

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Ecco ora informazioni sugli alimenti acidi (che alterano il ph e producono tossine in quantità, difficili da eliminare e che impediscono un buon assorbimento dei principi nutritivi) ed alcalini (quelli che mantengono il ph ematico intorno ad una lieve alcalinità, compatibile con le funzioni fisiologiche, enzimatiche ed ormonali dell'organismo).

Cibi acidificanti: farine e zuccheri bianchi, insaccati, carni di maiale e manzo, formaggi stagionati, margarina, olii di semi vari,, cibi in scatola, bevande gassate, torte, dolciumi ed alcolici.

Mediamente acidificanti sono: ceci, fagioli, lenticchie, formaggi freschi, anacardi, arachidi e pistacchi.

Cibi alcalinizzanti: broccoli, cavolo, spinaci, cavolo nero, insalata, patate, patate dolci, germogli, barbabietole e cetrioli, avocado, banane, anguria, papaya e mango, basilico, aglio, cipolle, sedano (questi ultimi dalle eccelse proprietà antimicotiche), cereali come miglio, amaranto, quinoa, segale e grano saraceno, erbe aromatiche, mandorle, olio di oliva extravergine spremuto a freddo, acque minerali, tisane.

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Infine, alcuni tra i preziosi presidi terapeutici alcalinizzanti, prodotti in genere da industrie alternative del farmaco.

Pegaso Regobasic polvere. Guna Basic bustine. Basenpulver Pascoe polvere. Realkatalym dr. Giorgini. Betulla Bianca Estratto Integrale soluzione. Basic Farmaderbe bustine. Oti Citrobasic bustine.

Non resta al medico che studiare l'equilibrio acido - basico, magari partecipando a qualcuno tra i tanti corsi realizzati dalle case farmaceutiche, come per esempio, qui da noi in Italia, dalla "Guna" e dalla "Named", o magari farsi raggiungere da qualche informatore farmaceutico di casa etica, come quella del dr. Giorgini.

martedì 29 ottobre 2019

FEGATO

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano: si trova a destra, dietro le ultime sette o otto costole, è di colore bruno e pesa in media 1,5Kg.

Esso svolge moltissime funzioni: durante la digestione produce e secerne la bile;  si occupa di filtrare le sostanze assorbite nell'intestino tenue;  permette di metabolizzare gli zuccheri; svolge una serie di processi, come la produzione di fattori di coagulazione; funge da deposito per numerose sostanze, tra cui il glucosio (come glicogeno), la vitamina B12, il ferro e il rame; contiene numerose cellule specializzate del sistema immunitario che agiscono da "filtro" nei confronti degli antigeni; e infine ha la funzione fondamentale di rimuovere le tossine e altri elementi nocivi dal sangue.

Purtroppo, con l’alimentazione moderna, condotta prevalentemente con zuccheri, grassi e cibi scadenti, con l'aggiunta di uno stile di vita alterato (dovuto in gran parte ad intossicazione da farmaci allopatici comunemente prescritti, compresi quelli che si dicono rivolti alla cura di processi infettivi a suo carico, nonché i chemioterapici, anche quelli cosiddetti deboli, volti a contrastare, mera illusione, tumori  epatici o d'altri organi, anche metastatizzati), la funzionalità di questo organo, intimamente connesso con altri, come l’intestino e i reni, va a farsi benedire.

Non si pensa, tranne che dai medici che vi hanno rivolto studi, alla complementare compromissione per le cause suaccennate, oltre che della ghiandola epatica, anche del Sistema Linfatico Associato alle Mucose, o MALT, intimamente collegato poi alla flora batterica intestinale, che da sola rappresenta ben l'80% del sistema immunitario, alterata comunemente ed estesamente da alimentazione acidificante e tossica, oltre che da antinfiammatori, antibiotici e cure ormonali.

Le principali tossine che il fegato deve dunque metabolizzare sono la stragrande maggioranza dei farmaci, l’alcol, sostanze tossiche ambientali, i cibi acidificanti e scadenti, gli additivi alimentari ed il surplus di ormoni prodotti dal nostro organismo in caso di stress.

Da queste tossine sono invasi almeno dieci milioni di italiani, se non tanti di più.

Ora, in concorso col cosiddetto Ministero della Salute,  l’Aifa - la succursale italiana della perversa Big Pharma, un coacervo di multinazionali che dirigono obsolete ma ancora grandemente sovvenzionate ricerche e controllano le industrie dei farmaci sparsi nel mondo -  cosa ha pensato, a riguardo di tale pletora di ammalati?

Di dotare gratuitamente gli ospedali e le Asl di farmaci – commercialmente Sovaldi, Harvoni, Gilead - che essa dice utili per la “cura” del fegato, in particolare in caso di epatiti infettive, quali la C, presenti non solo nei tossicodipendenti, ma anche nei cirrotici, nei trapiantati e nei soggetti a manifestazioni extra-epatiche cosiddette HCV-correlate.

Una vera schifezza, che non farà altro che aggravare, tramite quelle molecole, da usare per mesi e mesi, ancor più le funzioni epatiche, oltre che immunitarie, e che  costerà miliardi di euro allo stato (che, ove i politici non fossero stati disattenti, avrebbe potuto destinarli ai milioni di poveri della penisola), con buona pace delle industrie del farmaco, che ne trarranno grandi profitti con l’aiuto di medici incompetenti, sulle spalle della povera, ignara gente.

Diceva Claude Bernard: “Il microbo è nulla, il terreno è tutto”. Proprio così: i virus, compreso quelli detto HIV, sono una fregnaccia.

Quando l’organismo è ben nutrito - e sono sufficienti zuppe di patate e cipolle, condite con buon olio di oliva extravergine, erbette e sale marino -, il fegato rimane pulito, e, semmai siano presenti residui di tossine da farmaci o degli stessi virus, esso le metabolizza e ne provoca l’espulsione per via urinaria.

Rimane così ben in piedi l'affermazione di Ippocrate, padre della medicina: "Le malattie nascono a tavola".

Comunque, ove, per recuperare le suddette funzioni epatiche e quindi l'intero organismo, si voglia integrare la dieta con complementi farmacologici utili, li si trovano ampiamente in natura, nelle erbe e nelle piante: basta clicckare “cure naturopatiche per il fegato”, più che leggere un buon trattato di erboristeria, per allargare la mente.

In ogni caso, le industrie etiche del farmaco producono molecole del tutto protettive per il fegato, e ne cito due: la silimarina, che deriva dalla pianta del carciofo, ed il glutatione ridotto.

Chi volesse informarsi di più, non ha che da fare le opportune interrogazioni, in merito ai due farmaci suddetti, sulla rete.

lunedì 28 ottobre 2019

IL MICROBIOTA

Noto anche come "microflora intestinale", il microbiota è considerato un vero e proprio organo immunitario, essendo formato da numerosi microrganismi organizzati in comunità complesse e dialoganti tra loro: batteri - virus - funghi - protozoi.

Quando il microbiota è in equilibrio quantitativo e qualitativo, si svolgono funzioni essenziali, protettive, strutturali e metaboliche: si realizza così uno stato di eubiosi.

Se invce si conduce un'alimentazione prevalentemente acidificante (pane, pasta, farine, zuccheri, dolci, insaccati e formaggi), o si usano ripetutamente antibiotici - antinfiammatori - cortisonici, il microbiota viene ad alterarsi: è la disbiosi.

Tale disbiosi, se protratta nel tempo, conduce ad uno stato di infiammazione intestinale, con la conseguenziale perdita di selettività della barriera mucosale intestinale.

Intanto, più ci si alimenta con cibi acidificanti o più si conducono le suddette terapie, più l'infiammazione intestinale produce tossine, che, attraverso le vie emolinfatiche, raggiungono i vari organi, divenendo così sistemica, con espressione nelle malattie le più varie e gravi, dal diabete alla pletora delle malattie neurodegenerative, sino al cancro.

L'intestino è peraltro costituito da diverse centinaia di migliaia di neuroni, fatto questo che ha indotto i ricercatori a definirlo secondo cervello, dopo il Sistema Nervoso Centrale posto nella scatola cranica, il primo cervello.

Essi non solo hanno medesimi neurotrasmettitori, ma comunicano fra loro attraverso il nervo vago, che parte dalla base del cervello ed arriva ad innervare l'intestino.

Ciò detto, quando per i motivi suddetti viene ad alterarsi il microbiota intestinale, attraverso il vago e lo stesso flusso sanguigno  pervengono al cervello diverse sostanze tossiche, in particolare citochine, che vanno ad infiammarne le strutture, soprattutto quelle ippocampali: nascono così semplici o, se si perpetua la disbiosi, gravi stati d'ansia.

Inoltre, per via emolinfatica, vengono interessati anche gli organi inferiori, urogenitali, invasi principalmente da un fungo resosi patogeno, la candida.

La cura più opportuna per ricondurre alla normalità il microbiota, e quindi correggere lo stato infiammatorio intestinale, cerebrale e degli organi inferiori, consiste allora nella sequela di una condotta alimentare di tipo prevalentemente alcalinizzante e non acidificante, non nel ricorso agli psicofarmaci od antifungini, che invero aggravano sempre di più i diversi quadri patologici.

A complemento di tale alimentazione, è bene prima  svuotare l'intestino con estratti di piante che favoriscono una sana defecazione (o due granuli di lunga vita Fiuggi, la sera prima di andare a letto, o due compresse di Dieci Erbe Esi normali), e poi pensare a ripristinare la flora batterica intestinale con opportuni fermenti lattici, capaci di superare indenni la barriera gastrica e raggiungere così il colon (tra i tanti, il Microflor 32 della Cemon Italia, in ragione di una o due capsule la mattina, dopo colazione, per una decina di giorni, per tre mesi).

giovedì 24 ottobre 2019

LA CASEINA DEL LATTE: IL PIÙ POTENTE CANCEROGENO DELLA STORIA DELL'UOMO

“La caseina è il più potente cancerogeno della storia: l'ho detto in passato e continuo a sostenerlo. Finora non mi hanno mai contestato su base scientifica e non possono farlo, perché è vero!”

Così con la forza dei suoi 50 anni di ricerca e nuove (prossime) pubblicazioni su Science il prof. T. Colin Campbell ha riaffermato ad Abano Terme, lo scorso 20-22 maggio, ciò che ha sempre sostenuto. 

“L’alimentazione, così come la intendiamo oggi, è il vero problema: bisogna rivederla e approfondirne le implicazioni. Una sfida che tutti noi dobbiamo accettare e sulla quale dobbiamo organizzarci per gestirla con serietà e metodo di ricerca.”

Una umiltà senza paragoni quella del professore della Cornell Univesity. Per tre giorni protagonista di un dibattito internazionale che ha visto la partecipazione di esperti americani, europei ed italiani l’autore del The China Study ha puntato dritto al punto della questione sollevata dalle sue ricerche e ha invitato gli specialisti in sala ad un confronto e approfondimento scientifico centrato sull’obbiettivo.

“Tutti noi sappiamo che le evidenze scientifiche non sono certezze matematiche, soprattutto nella scienza della nutrizione. Ci sono trilioni di cellule nel nostro organismo che colloquiano tra loro continuamente: come facciamo a dire di conoscerne davvero il funzionamento? 

Fino a quando si continuerà a discutere dei singoli dettagli che si possono solo ipotizzare come veri si continuerà a spostare l’attenzione da ciò che deve essere lo scopo primo della nostra ricerca: lo studio completo dell’efficacia di un cambiamento della dieta nella salute delle persone”.

Ad accogliere il monito del ricercatore statunitense per l’ultima volta in Europa una platea di oltre 1.400 persone che tra la giornata di venerdì e quella di domenica si sono susseguiti nella sala convegni dell’Hotel Alexader Palace per un dibattito dedicato al grande pubblico e ai medici e specialisti del settore.

Una tre giorni di full immersion, con approfondimenti e tavole rotonde che hanno toccato tutti i diversi temi legati alla nutrizione e alla salute, dall’oncologia alla pediatria, dalla cardiologia al rapporto mente e corpo.

Ad aprire il dibattito le relazioni frontali di alcuni tra i principali medici italiani coinvolti nel Laboratorio professionisti che nell’ambito dell’Associazione Equilibrio Delicato – Be4eat stanno lavorando per costruire in Italia un concreto progetto di ricerca capace di dare le prime e importanti risposte alle domande di molti pazienti e parenti che oggi affollano gli ambulatori medici.

Dal tema della ricerca a quello più complicato di una adeguata proposta clinica e dietetica in ambito oncologico rivolto agli specialisti con crediti ECM, il pomeriggio del venerdì è stato la premessa della giornata di sabato che ha catturato l’attenzione del grande pubblico sui temi centrali della salute, della prevenzione e della cura delle principali patologie del nostro secolo.

Un dibattito che ha coinvolto sul palco una trentina di medici e specialisti italiani, insieme alla relazione di ospiti stranieri provenienti dall’Irlanda come il dott. John Kelly e dalla Spagna, con la dottoressa Odile Fernandez Martinez che con l’esposizione medica della sua guarigione da un cancro metastatico alle ovaie ha commosso tutta la platea.

A corona dei tre giorni di discussione, i collegamenti esteri con il dr. Neal Barnard, ricercatore clinico e professore di medicina alla George Washington Univesity, con il dr. Micheal Greger fondatore dell’American College of Life Style Medicine e direttore sanitario della Humane Society of the Unites States, e con il dr. Dean Ornish, Clinical Professor di Medicina all’Università della California e direttore della Preventive Medicine Reserch Institute di Sausalito.

La professionalità degli 80 volontari provenienti da tutta Italia e la disponibilità degli ospiti testimonial come il grande attore Tullio Solenghi hanno reso possibile la riuscita di un dibattito che nasce spontaneo nelle case di tutti e che sulle tavole di tutti trova la sfida principale e più importante: la salute a lungo termine di chi amiamo.

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Per i medici che vogliano riferirsi anche a qualche testo italiano per approfondire l'argomento latte - latticini - formaggi, consiglio la lettura di "Latte e formaggio", di Claudio Corvino, Macro Edizioni.

Io l'ho trovato stimolante. MM.

martedì 22 ottobre 2019

METALLI PESANTI NEL CIBO, CAUSA PRIMARIA DEL CANCRO E DELLE ALTRE MALATTIE

Dannosi metalli pesanti (in particolare mercurio, arsenico, piombo, cadmio, alluminio, nichel) sono presenti nello smog, nell'acqua (pioggia acida, avvelenamento di mari - fiumi - laghi - corsi d'acqua - tubature domestiche), cibo (soprattutto il mercurio, presente nei pesci di grossa taglia, quale il tonno), farmaci, tabacco (cadmio), cosmetici, vernici, vestiti, oggetti d'uso comune.

L'uomo ne rimane perciò ovunque intossicato, sviluppando malattie le più varie (dal diabete alla sclerosi multipla, alla sla, al parkinson, al morbo di Crohn, alla gran parte dei tumori).

Le alterazioni provocate da essi nell'organismo sono invero perlopiù: anemia da rottura dei globuli rossi (con liberazione di IgG e IgM); formazione del complesso antigene - anticorpo (con liberazione di IG g e IG m, e interessamento in particolare dei glomeruli renali); eccessiva produzione di radicali liberi nei principali componenti delle cellule (lipidi, proteine, carboidrati e dna nucleare), che ne rimangono gravemente ossidate (stress ossidativo).

Come detto, le intossicazioni da metalli pesanti interessano come per intero la popolazione mondiale, per cui è più che ragionevole pensare a depurarsi da essi precocemente, ed evitare quindi le varie patologie suddescritte.

Esistono due metodi, per tale depurazione: uno farmacologico  (tipico esempio ne è l'edta in flebo, sconsigliabile, perchè induttore di gravi effetti collaterali, soprattutto a carico di fegato e reni); ed uno naturale (consistente nel ricorso ad alimenti semplici e di provenienza certificata - soprattutto frutta ben matura tra cui spicca il limone, e verdure quali spinaci e bietole, presenti sia nei supermercati che in attrezzati negozi, purtroppo sempre meno frequentati, ed evitando gli alimenti industriali, pieni di pesticidi, additivi, coloranti, conservanti e altre sostanze non naturali -, e poi assumendo complementarmente validi integratori naturali, i cosiddetti antiossidanti, come la vitamina C di origine naturale, i carotenoidi, i polifenoli, il glutatione, in particolare le pastiglie di Ultrathione 1000, che contengono 4 volte il livello di glutatione di una semplice flebo, e poi l'acido r-lipoico, l'argilla verde ventilata, l'alga clorella, la spirulina,  le alghe blu-verdi, gli omega 3 di origine vegetale, il psyllium, il solfato di magnesio, e le numerose spezie, in particolare pepe nero, peperoncino, cardamomo, chiodi di garofano, cannella e curry di provenienza biologica).


giovedì 10 ottobre 2019

AVVISO AI PEDIATRI


Il latte in polvere per neonati di Nestlé, Danone e Novalac è contaminato da idrocarburi aromatici di oli minerali: è l'allerta che arriva da alcune analisi di laboratorio indipendenti svolte da Foodwatch in Olanda, in Francia.

martedì 1 ottobre 2019

ALCALINIZZAZIONE E BIOELETTRONICA DI VINCENT


Un corpo acido è un corpo malsano: quando esso è acido, si crea un ambiente indesiderato nell'intestino, in cui prosperano malattie, batteri e lieviti.

Per neutralizzare e rimuovere l’acidità esso preleva minerali da organi vitali e ossa, di conseguenza importanti riserve minerali, come calcio, sodio, potassio e magnesio saranno ridotte provocando danni e acidosi.

La maggior parte degli alimenti che consumiamo favoriscono l’acidità, come latticini e formaggi stagionati, cereali trattati, carni di animali da allevamento, e zucchero. 

Ora, poiché il corpo accumula costantemente gli scarti acidi dipendenti da tale scadente ed acida alimentazione, occorre neutralizzali od espellerli in qualche modo.

Non c'è che un unico rimedio: una dieta a base di alimenti alcalini od alcalinizzanti:

Rientrano, fra i suddetti, frutta non trattata e ben matura, verdura di stagione, oli vegetali (in particolare l'olio di oliva extravergine spremuto a freddo, quello ancora presente nelle nostre colline), semi oleosi e frutta secca, sebbene, in generale siano considerati alcalinizzanti i seguenti alimenti: tutti i vegetali, comprese le insalate; i tuberi e le radici; le patate ( specie se mangiate con la buccia); la frutta (compresa quella acida); la frutta essiccata; le mandorle e gli anacardi, le acque minerali alcaline; il bicarbonato di sodio; il sale marino integrale (assolutamente no quello iodato).

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Ora, voglio descrivere, qui di seguito, la pozione alcalinizzante che facevo assumere ogni mattina ai miei pazienti, al fine di alcalinizzarli già efficacemente, oltre a consigliar loro di nutrirsi nel modo suddetto, con pranzo e cena parchi.

Ecco in cosa consisteva:

1) Facevo sciogliere, insieme ad un cucchiaino di zucchero (che avrebbe un'azione più o meno simile al fosforo omeopatico), due cucchiai di Alcalosio polvere o di Citrosodina granulare in un bicchiere alto, mezzo colmo di acqua tiepida oligominerale, sino a quando i granuli non fossero del tutto disciolti.

2) Solo allora, quando i granuli di Alcalosio o Citrosodina fossero stati per l'appunto del tutto disciolti, si poteva aggiungere il succo di uno o due limoni biologici, i quali - contenendo, come l'Alcalosio o la Citrosodina, oltre la beneficissima vitamina C, anche acido citrico, un acido debole capace di spostare acidi forti e quindi realizzando infine un'alcalinizzazione) -  aumentavano così notevolmente il potere tampone di quella miscela.

3) Infine, il tutto andava rimescolato - con l'aggiunta di un altro mezzo bicchiere d'acqua -, e bevuto a sorsi.

L'INDICE GLICEMICO DEI CIBI, IL LORO CARICO GLICEMICO

Tabella degli alimenti, con il loro Indice Glicemico.

L'indice glicemico (IG) è un sistema di misurazione numerico che serve a valutare la velocità con cui un carboidrato provoca nella circolazione sanguigna un innalzamento non solo degli zuccheri, ma anche dell'insulina (ormone che serve a farli scendere poi a livelli normali): più alto è il numero, più ampie sono le reazioni nel sangue degli zuccheri e dell'insulina. Pertanto, un cibo ad alto IG provocherà un rapido picco, mentre un cibo a basso IG provocherà un lieve innalzamento.

La velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'ingestione di determinati cibi dipende da molti fattori, fra cui: il tipo di carboidrato ingerito, la presenza di fibre, l'eventuale presenza di grassi e proteine.

L' IG è un numero derivato dal rapporto tra la risposta glicemica postprandiale ad un singolo alimento e quella di un alimento di riferimento (in questo caso, il pane bianco comune, il cui IG è fissato a 100), la dose di pari riferimento essendo pari a 50 grammi.

In sostanza, l'Indice Glicemico rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di 50 grammi di carboidrati: la velocità si esprime in percentuali, prendendo lo zucchero o il pane bianco come punti di riferimento (valore 100).

Sono alimenti favorevoli (a basso IG): tutti gli alimenti in cui è presente fibra integrale (verdura e frutta, più alcuni cereali, tra cui riso integrale, orzo, avena). Sono sfavorevoli (ad alto IG) e quindi da evitare: tutti i carboidrati raffinati, ad alta densità, come pane e pasta prodotti con farine 00, riso bianco raffinato, zuccheri in genere, dolci.

Molte, comunque, sono le possibili spiegazioni per giustificare la diversa capacità degli alimenti di provocare risposte glicemiche e insulinemiche, tra cui: la forma e la struttura di un chicco come quello del riso; il tipo e il grado di cottura; il tipo e la qualità delle fibre (quelle idrosolubili, quali quelle dei legumi, hanno un effetto metabolico di rallentato assorbimento del glucosio, in grado di mantenere costante nel tempo, senza pericolose oscillazioni, il valore della glicemia stessa); la presenza di amilosio o aminopectina; la contemporanea presenza di fibre e di antinutrienti (starch blockers); la composizione chimica generale; l'interazione con grassi, proteine, sodio, che interferiscono con la capacità intestinale di assorbimento.

Gli alimenti a basso IG si associano ad una migliore prognosi vascolare, con valori ridotti di alcuni indicatori di infiammazione (come la PCR) e dei trigliceridi, con valori più elevati di colesterolemia "buona" (HDL).

Un IG pari a 50 indica che l'alimento preso in esame innalza la glicemia con una velocità che è pari alla metà  di quella del glucosio.

Valori dell'IG: alto (70 o più); medio alto (56-69); normale (fino a 55).

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L'IG non è l'unico parametro che bisogna considerare per calcolare la risposta glicemica, esistendone uno ben più importante da considerare: il Carico Glicemico, indice che, oltre a rappresentare la qualità dei carboidrati, considera anche la loro quantità.

Ad esempio, il fruttosio ha un IG molto basso (20), ma 50 grammi di fruttosio provocano un aumento glicemico maggiore rispetto a 10 grammi di zucchero (IG 66).

Il Carico Glicemico si ottiene moltiplicando la quantità di carboidrati espressa in grammi per l'IG.

Ecco perché 50 grammi di fruttosio aumentano di più la glicemia rispetto a 10 grammi di zucchero.
Carico Glicemico di fruttosio: 20 IG x 50=1000. Carico Glicemico di zucchero: 66 IGx100=660.

Consumare molti alimenti ad alto Carico Glicemico aumenta il rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2. Al contrario, i cibi a baso Carico Glicemico possono prevenirlo, anche attraverso una minore quantità di insulina che si immette nel circolo sanguigno: l'assunzione di alimenti ad elevato IG e ad elevato Carico Glicemico, infatti, causa un rapido aumento dei livelli di glicemia.

Poiché la glicemia deve rimanere entro un range di valori costante  (fra i 70 ed i 120 mg/dl), in seguito al suo aumento viene rilasciata in circolo una certa quantità di insulina, che facilita il passaggio del glucosio sanguigno alle cellule che formano i tessuti. Tuttavia, questi ultimi non sono in grado di metabolizzare grossi quantitativi di glucosio in tempi rapidi, e gli zuccheri in eccesso vengono convertiti in grasso (o in glicogeno). Inoltre, un eccesso di insulina causa un brusco calo della glicemia, che però deve rimanere costante per soddisfare i fabbisogni energetici di vari organi, in particolare del cervello.

Questa repentina diminuzione stimola il senso di fame, per cui l'individuo, preso dall'appetito, assume nuovamente alimenti ad alto Indice e Carico Glicemico. In tal modo, il processo riprende, facendo entrare così il soggetto in un circolo vizioso molto dannoso per la salute e la silhouette.


venerdì 30 agosto 2019

CONTRO LO STRESS, E PER EVITARE L'INVECCHIAMENTO PRECOCE


Guna Brain: trenta compresse, dal costo di euro 15,50, contenenti: N-acetilcisteina (NAC), Coenzima Q10, Manganese, Selenio, The verde e Withania somnifera: tutte molecole che contrastano lo stress ossidativo delle cellule, cioè l'iperproduzione di radicali liberi, dovuta quasi sempre ad un'alimentazione acidificante, nonchè a stati ansiogeni ripetuti.

I suddetti costituenti permettono di sostenere le funzioni intellettive durante lo studio (per cui sono particolarmente indicati negli studenti), o nell'attività lavorativa (lunghe ore al giorno, spesso), e di rallentare i processi di deterioramento cerebrale dovuti all'età.

Relativamente a questi ultimi, Guna Brain può prevenire, se non curare, la gran parte delle malattie neurodegenerative (dal Parkinson, alla Sla, alla Sclerosi Multipla, all'Alzheimer), purchè si adotti complementarmente un adeguato regime alimentare, di tipo prevalentemente alcalinizzante.

La posologia è di una o due compresse al giorno, assunte con un po' di acqua, preferibilmente a stomaco vuoto, per tre mesi circa, o a lungo, nell'età avanzata.

giovedì 29 agosto 2019

ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA


Garantire un adeguato apporto di nutrienti, durante la gravidanza, è meno complicato di quanto potrebbe sembrare. se si segue la parola chiave “varietà”.

In pratica, la dieta, per una gestante, dovrebbe prevedere il consumo quotidiano di:

CEREALI: come frumento, mais, riso ma anche farro, avena, miglio, orzo, segale, e pseudocereali, come amaranto, grano saraceno o quinoa: sono la fonte principale di carboidrati (zuccheri) complessi, fonte di energia a rilascio lento, con un impatto moderato sulla risposta glicemica dopo i pasti e un effetto positivo sulla sazietà a lungo termine.

Assicurano inoltre un buon apporto di fibra – importante anche per il benessere della microflora intestinale! – minerali come selenio, zinco e magnesio e vitamine del gruppo B: dovrebbero comparire in tutti i pasti principali, meglio se in forma integrale.

Vanno ridotti o evitati i carboidrati che alzano la glicemia con più facilità, come quelli contenuti nei dolci e nel riso bianco.

FRUTTA E VERDURA: danno un apporto fondamentale di vitamine, sali minerali e fibre, importantissime per le loro azioni antiossidanti e antinfiammatorie. L'ideale è consumare due porzioni al giorno di verdura, come bietole e spinaci, e due porzioni di frutta, meglio se ben matura e di stagione, in particolare la spremuta mattutina di due limoni.

PROTEINE: sono indispensabili per la costruzione dei tessuti del feto, soprattutto a partire dal secondo trimestre. Possono essere di origine animale (carne, pesce, uova, latte e derivati) o di origine vegetale (legumi, cereali, frutta secca a guscio).

L'ideale è variare quotidianamente le fonti, alternando i vari prodotti anche nel corso della settimana, per esempio: carne (meglio se bianca) per due volte, o pesce, ancora per due volte, legumi (meglio se associati a cereali integrali) per quattro volte, formaggio poco stagionato per due volte, uova e affettati per una volta.

Nel caso del pesce, meglio privilegiare quelli di taglia piccola, ad esempio lo sgombro, e limitare a una volta alla settimana quelli di taglia grossa come tonno e pesce spada, a maggior rischio di contaminanti come il mercurio.

GRASSI: siamo abituati a pensare che i grassi facciano male per definizione, ma in realtà non è esattamente così: anche essi servono, e in particolare sono molto importanti i grassi insaturi, come i famosi omega 3, essenziali per lo sviluppo del sistema nervoso del feto.

In gravidanza dovrebbero costituire circa il 30% dell'apporto energetico quotidiano; fonti principali di grassi omega tre sono il pesce azzurro (sardine, sgombro, aringhe), la frutta secca a guscio (noci, mandorle) e l'olio extravergine di oliva: se ne possono consumare tre o quattro cucchiai al giorno, da aggiungere preferibilmente a crudo.

mercoledì 28 agosto 2019

SCHEMI NUTRIZIONALI

L'uomo, da sempre, è stato agricoltore e pastore, sue più vere vocazioni, chè non si può vivere senza cibo: il fatto è imperativo oggi più che mai, data la devastazione dei mari.

A riguardo, ho sempre ricercato, sin da piccolo, le buone e gustose cose per il palato.

Negli ultimi trent'anni, intanto, quale medico, mi son dedicato, tra l'altro, a studi nutrizionistici, per tentare di capire a fondo la tesi di Ippocrate: "Le malattie nascono a tavola".

Ho conseguito, negli anni ottanta, una dispersiva specializzazione in Pneumologia, dalla quale ho tratto interpretatzioni diagnostiche superate - oggi c'è il vegacheck, o, ancor meglio, la bioelettronica di Vincent, a parte analisi di laboratorio che si risolvono immediatamente con un unica apparecchiatura - e minime considerazioni terapeutiche (qualche antibiotico, come l'amoxicillina o qualche cefalosporina per os, o qualche aminoglioside im o in vena; del cortisone - ma mi son fermato al bentelan, chè i cortisonici fluorurati sono gravemente epatolesivi - ; una compressina di lasix da 25 mg, altro che i fialoni da 500, con cui rimbambiti medici di pronto soccorso mandano in men che non si dica al Creatore la povera  gente, in particolare anziani, per il grave furto ematocerebrale che quelle fiale producono; un po' dell'ottimo fluimicil, od acetilcisteina, ed in bustine o a fiale, chè quello inalatorio non serve a niente, e quasi niente più.

La tubercolosi, di pertinenza pneumologica -  su cui il mio maestro, Antonio Blasi, aveva speso decenni di vita, effettuando circa tremila autopsie, povero lui -, e che i farmacologi non riuscivano affatto a curare con le loro tossiche e cronicizzate molecole, ho scoperto poi che si eradica con ripetute zuppe di cipolle, oltremodo utili, al giorno d'oggi, per la povera gente d'Africa.

Ma, tornando al buon mangiare, devo ringraziare i miei maestri omotossicologi, che nei primi anni novanta, per un triennio, mi hanno fornito i migliori consigli in campo nutrizionale, oltre che farmacologici: ricordo, in particolare, il Prof. Antonio Matarrese, napoletano, che accettò la mia tesi di diploma, "Mucositi infantili, gastroenteriche, otorinolaringoiatriche, broncopneumoniche", in cui discutevo della compromissione del Sistema Linfatico Associato alle Mucose, in genere dovuta ad errata alimentazione, quale origine delle malattie suddette, e non solo di quelle.

Ho poi condotto, da allora, vari studi, su numerosi testi (dei quali mi sento di consigliare, per brevità: La tavola della salute, di Katherine Kousmine; Latte e formaggio, di Claudio Corvino; L'equilibtio acido-basico, di Silvano Mantovani; The China Study, di Colin e Thomas Campbell), ascoltando qualche relatore in sparuti convegni, ed affannandomi al computer, da cui ho tratto molte notizie sulle malattie e sulle perversità mediche cliccando Med Nat.

Da tutto ciò, ho tratto la mia sintesi sulla migliore nutrizione, che dovrebbe essere condotta dall'infanzia alla tarda età nel modo seguente.

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PRIMA COLAZIONE.

Appena svegli, più o meno tra le sei e le sette, o prima, se uno si accontentasse di poche ore di sonno, sorseggiare un bicchiere acqua oligominerale con il succo di un limone, dolcificando con un cucchiaino o due di zucchero di canna integrale italiano, o, se si volesse esagerare, con zucchero Panela.

Intorno alle otto, una tazza di caffè di buona marca, anche se più costoso, con l'aggiunta di uno o due cucchiaini di zucchero, quello suddetto.

In alternativa, una ciotola di buon the, deteinato o nero - al bergamotto o al biancospino -, con l'aggiunta di qualche fetta biscottata integrale ed un paio di cucchiai dello zucchero suddetto.

Ancora: una ciotola di latte microfiltrato di sicura filiera, dolcificato come sopra ed integrato dalle stesse fette biscottate.

Subito dopo, una mela Golden a fette - sarebbe migliore la nostrana mela annurca, ma incroci perversi e pesticidi l'hanno ridotta ad un tossico -, o grattugiata, per i più piccini e gli anziani: in tal caso, aggiungere un cucchiaino del solito zucchero ed un pò di cannella in polvere, una delle marche più sicure essendo la Sonnentor - buona per tutte le spezie, in particolare curry, chiodi di garofano e finocchietto - che si trova in prevalenza nei negozi biologici.

E' ammesso un cucchiaio od un pezzo di cioccolato alla nocciola, o, per chi non riesca a farne a meno, una merendina, di quelle consuete.

Per chi fosse più esigente, e volesse ricorrere a qualcosa di veramente valido, consiglierei per prima colazione, soprattutto nei bambini, la  Crema Budwig di Katherine Kousmine: la ricetta la si può trovare in rete, od anche studiandone i libri, se fosse medico.


MERENDA

Intorno alle dieci, una spremuta di agrumi - un paio di arance ed un limone italiani, non trattati - , e quattro o cinque nocciole, o due o tre gherigli di noci, o una manciata di anacardi, od anche un quadratino di parmigiano Biraghino, il migliore che ci sia, con qualche cracker. Ma poveri gli scolari, cui non si pensa nel modo suddetto.


PRANZO

Un bicchiere di acqua oligominerale, poco prima di mangiare. Poi, un primo piatto a base o di passati di verdure e minestroni - ottimi quelli surgelati, della Findus o della Orogel -. O con pasta regionale - qui da noi abbiamo quella delle Colline d'oro, la Sara ed altre, ma ogni regione comincia ad avere le proprie, a discapito della pasta delle grandi marche, di cui tuttalpiù bisognerebbe consumare quella integrale, purchè confezionata con grano nostrano, non con quello canadese, contenente pericoloso glifosato e cancerogene aflatossine. O con riso, ma non quello bianco, fortemente iperglicemico, bensì quello nero o venere, od anche parboiled integrale italiano, che comincia ad essere commercializzato nei supermercati.

Minestroni, paste o riso dovrebbe essere al dente, e conditi con pomodorini nostrani - qui da noi ci sono ad esempio la Rosina e la Torrente, ed altri -, buon olio di oliva extravergine spremuto a freddo - recuperabile in frantoi di paese o presente nei market a non meno di dieci euro a bottiglia, quello a poco prezzo essendo un veleno: aceto di mele bio e non filtrato; sale marino di sicilia, tipo Mothia, e niente affatto sale bianco o iodato, una vera porcheria per l'organismo; una spruzzata di curry o del ketchup delivery o della senape calvè; una manciata di buon parmigiano.

Oltre al primo, se non ci si dovesse saziare, una fettina di pollo o tacchino allevato a terra e senza antibiotici - ormai le grandi marche li commercializzano: basta leggere e etichette -, condito con l'immancabile olio di oliva, sale marino della sicilia, ed erbette, come quelle ottime della Ariosto.

In alternativa, ci sarebbe il pesce, ma l'inquinamento come globale dei mari lo hanno reso immangiabile. Quel che è ancora più o meno edibile, leggendo le etichette, proviene dalle coste sudafricane, chè quello dei mari italiani, del nordeuropa e del mediterraneo sono colmi di interferenti endocrini e metalli pesanti di origine petrilchimica, induttori di malattie, cancro compreso. Si può mangiare qualche alice, ma attenzione a deprivarla della testa e  delle interiora, che incorporano nella quasi totalità dei casi l'anisakis simplex, un parassita che induce allergie e molto altro, se assorbito dalle mucose intestinali. Quanto al tonno o ai salmoni, è meglio non parlarne: sono colmi di mercurio ed altre molecole tossiche. Tuttalpiù, si può mangiare un po' di baccalà, purchè di sicura origine.

Un'insalatina a base di lattuga come contorno non guasterebbe, e qualche volta si potrebbe ricorrere alle gustose patate fritte, meglio se realizzate con olio di mais.

Né si rinunci ad un buon bicchiere di vino rosso, colmo di ottimi ed antiossidanti tannini, anche se nella quasi maggioranza dei casi sono in esso presenti i solfiti, a meno che non si ricorra a vino di paese o a quello commercializzato intorno ai dieci euro al litro.

Se nemmeno primo e secondo riuscissero a saziare, si potrebbe ricorrere, sebbene con giudizio, ad un gelato o ad un budino, fatto in casa o di buona marca.


SPUNTINO POMERIDIANO

E' sufficiente una tazza di buon the, come detto, ed un biscottino con nocciole e cioccolato.


CENA

Dev'essere parca, ricorrendo o ad un semolino integrale od al cous cous, conditi nei modi suddetti; né manchi il vino. Una fettina d'ananas o di pesca sciroppata o del kiwy ben maturo potrebbero concludere il pasto serale, insieme ad un sorso di limoncello nostrano o di amaro: ottimo quello svedese.