mercoledì 6 novembre 2019

SUL SEGNO DEI GEMELLI (22 maggio - 21 giugno)

GENERALITA'.

Due miti attengono ai Gemelli. Quello di Narciso, giovane bellissimo che, innamorato di se stesso, annega, ammirando la sua immagine riflessa sull'acqua. Quello dei due inseparabili fratelli, uno divino e l'altro umano, che ottengono dagli dei il permesso di trascorrere sei mesi sull'Olimpo e sei agli inferi.

Nel cido evolutivo umano, rappresentano la relazione all'ambiente attraverso la conoscenza. Ad essi si riconosce l'influenza su polmoni e apparato respiratorio, ma il loro punto delicato è il sistema nervoso, dato che utilizzano ed esauriscono incessantemente le loro energie mentali.

Il loro numero portafortuna è il 3, la loro pietra l'agata (berillo, diaspro, malachite). Vi è nato Dante Alighieri.

I BAMBINI "GEMELLI”.

Affermano come subito la loro personalità simpatica e accattivante. Attenti osservatori, scoprono i punti deboli degli adulti e, con le loro mosse da monello innocente, riescono a farsi perdonare difetti e mancanze, facendo venir meno ogni severità nei loro confronti.

Socievolissimi con i loro compagni, li seguono senza ricercare un ruolo di leader, troppo impegnativo per tipi come loro, che amano soprattutto giocare. Vanno guidati con mano ferma, ma è l'affetto a dar loro più sicurezza.

GLI UOMINI "GEMELLI”.

Brillanti e rispettosi delle idee altrui, sono attratti dalle competizioni della vita, e, pur applicando le loro strategie, sanno accettare la sconfitta momentanea, quando capita.

LE DONNE"GEMELLI”.

Sono eclettiche, con mille interessi, sempre aggiornate. In casa, non dimostrano grandi capacità organizzative, ma le gestiscono con fantasia e creatività. Talora insoddisfatte, riescono quasi sempre a superare con brillantezza le insicurezze che ne derivano.

“PERCORSI D'OGGI”.

Amenenope, poeta dell'antico Egitto, come parlando al suo doppio, rivolge il pensiero al povero. Non si può certo dormire tranquilli, se non si aiuta un povero, anche se visto solo sul giornale o in qualche centro di accoglienza o per strada mentre rischiava se stesso per sovvenire al quotidiano o dietro il bancone di un negozio in chiusura per caduta degli affari.

Se, potendo soccorrere, ti defili, metti quel tuo fratello in maggiori difficoltà: è facile immaginare che se non riesce a pagare il suo debito, per poco o per intero, verosimilmente non riuscirà neanche a sostentarsi e a sostentare quelli vicino a lui!

Chi è realmente il povero?! E' ogni persona che cerca il sufficiente, talvolta il di più, allo stesso modo in cui lo ricerca ognuno di noi; quel sufficiente che non riesce a trovare, perché lo ha perso o perché non ha potuto o saputo procurarselo. Non è solo chi ti stende la mano francamente, non solo una persona od una famiglia che sta entrando a far parte del novero sempre più grande di quelle in difficoltà.

E' chiunque sbagli, povero. Sta a noi - con la nostra sensibilità quotidiana e costante, i nostri pensieri, i nostri relativi esempi - tirarli fuori, con ogni sforzo e in tutta umiltà se li abbiamo veramente a cuore, dalla empasse che vivono. 

Se poi si riesca a fare anche un discorso globale, pare proprio che sia di una estrema semplicità che i Paesi ricchi sovvengano ai Paesi poveri per ben miseri ma fondamentali bisogni: bere, mangiare, vestirsi, leggere, fasciarsi le ferite. Pare si stia in errore.

Chi davvero guida le sorti economiche, e non solo, del mondo è consapevole del fatto che le sue postazioni sono oramai stabili ed inaccessibili, per cui dovrebbe lasciar esprimere e non disperdere continuamente i definitori e costruttori del Bene: uomini di buona volontà, presenti sotto ogni latitudine e condizione.

Ove ciò non avvenga, si corre, davanti a Dio, un rischio ben più grave di quelli oggi procurati al pianeta, allogato su una bomba e zeppo di veleni nelle sue acque che defluiscono dai centri abitati: la distruzione della coscienza e dell'uomo stesso!

Davvero, per qualche centesimo in più, non potremo più respirare o bere acqua, come capita a tanti poveri nel mondo? Davvero metà della popolazione terrestre dovrà alloggiare in baraccopoli? Se tu, ricco, oggi non fai qualcosa subito (comincia a pensare ai bisogni delle persone che possono e potrebbero dipendere da te oltre e in virtù delle tue stesse ricchezze), domani, ove non avvenga interruzione e continui il ciclo della vita, potresti trovarti dall'altra parte, in questa o nell'altra vita - come dicono in oriente - per sofferenze ancora maggiori, ad imparare forse quel qualcosa in più che ti deriva dal tuo essere così egoisticamente presente solo a te stesso.

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