mercoledì 6 novembre 2019

SUL SEGNO DEL CANCRO (22 giugno - 22 luglio)

GENERALITA’.

Nelle iconografie più antiche, vengono rappresentati i miti legati alla Grande Madre quando associata alla Luna, nella sua potenza preposta a trasmettere la vita feconda. Nel mondo greco, è Artemide, la dea vergine che di notte può presentarsi come l'inquietante Selene o la temibile Acate, dea degli inferi. Nel ciclo evolutivo umano, rappresenta il riconoscimento del mondo delle origini, delle proprie radici più profonde.

Il nato nel segno ha il punto debole nello stomaco e nell'apparato digerente, per cui è molto salutare un'alimentazione equilibrata e semplice. Il suo numero portafortuna è il 4, la sua pietra il rubino (calcedonio, giada, perla selenite). Vi è nato Giacomo Leopardi.

I BAMBINI “CANCRO”.

Hanno una profonda sensibilità e sono dotati di ricca immaginazione. Difficilmente si staccano dai genitori, da cui desiderano protezione e sicurezza. Temono di aprirsi ai coetanei, ma una volta tranquillizzati, stabiliscono sui banchi di scuola amicizie durevoli. Se però incontrano difficoltà in classe, è necessario consolarli.

GLI UOMINI “CANCRO”.

Sono attaccati al passato, alle tradizioni di famiglia e agli amici di infanzia. Hanno un'incredibile senso di responsabilità ed attaccamento al lavoro. Sono molto legati agli schemi familiari ed esigono un'attenzione costante. Padri tenerissimi, anche se apprensivi.

LE DONNE “CANCRO”.

Romantiche e sognatrici, scelgono un lavoro che valorizzi le loro doti di intuizione e umanità- Riescono a costruire con dedizione una rete solida di amicizie, ma desiderano essere rassicurate e circondate di attenzioni.

“PERCORSI D’OGGI”.

Solitamente, quando si evoca questo segno, a parte quel che ci dicono gli astrologi, si pensa subito alla malattia. Scrive U. Veronesi nel suo libro: "Una carezza, per guarire". "Nel giro di un paio di generazioni, dalla metà del secolo scorso a oggi, la famiglia e la società si sono trasformate in modo radicale.

Dalle comunità patriarcali allargate e composte di 40-50 unità, si è arrivati alle famiglie mononucleari, composte da poche unità e con tendenze centrifughe. Dalla ritualità di una volta, dove ci si riuniva tutti intorno alla tavola per il pasto, ove il tempo si fermava e si affrontavano in famiglia i problemi personali o della comunità (e la saggezza dei più anziani si confrontava forse con sin troppa efficacia con le pulsioni giovanili), siamo arrivati al pranzo o alla cena consumati da soli, al più davanti al freddo occhio televisivo, al bar o in salotto, con un vassoio, di fronte alla partita, al telegiornale o alla puntata imperdibile.

La struttura sociale si è profondamente e velocemente modificata, e sono comparsi malesseri e patologie, senz'altro paralleli a tali cambiamenti: i disturbi della sfera alimentare, la depressione, la tossicodipendenza, solo per citare i più eclatanti.

La famiglia è mononucleare, i genitori lavorano (anche se in molte famiglie neanche uno ha questa fortuna), non ci sono più i fratelli, o ce ne sono di meno. In breve, cede anche lo scambio di confidenze e di opinioni con nonni, zii, cugini, ed il rapporto con i coetanei si afferma quasi subito come orizzontale.

La Sanità ruotava tutta intorno al medico condotto, che col prete aveva il compito di seguire tutti i componenti di una famiglia dalla nascita alla morte, attraverso tutti i passaggi della loro evoluzione psicofisica.

Oggi, tranne in rari casi, il medico difficilmente si prende cura dei problemi interiori che possono aver ingenerato una ipertensione, o un cambio negativo del regime alimentare. Se si sommano queste due componenti (mancata breve psicanalisi dell'ammalato ed elusione come totale dell'insegnamento approfondito, metabolico, dei precetti della Scuola Medica Salernitana:”Le malattie si curano a tavola”, non solo in famiglia, ma anche e soprattutto nelle mense scolastiche ed ospedaliere), è facile pensare che le statistiche sulle malattie degenerative e sul cancro che ne consegue debbano dimostrarsi realmente ingravescenti.

Dopo mille analisi e mille terapie e tra varie sofferenze, come attraversando mille foreste, poche volte l'ammalato riesce a sapere che bisogna infine, con pochi e semplici e in sostanza antiossidanti farmaci e nel rispetto del rapporto metabolico alcalino/acido di 4 a 1, mangiare poco e bene, bere molto ed essere altruisti.

Nel campo della medicina alternativa (che sempre più si avvale dei principi della bioelettronica di Vincent, evoluzione diagnostica e terapeutica dei dati fornitici da Ippocrate), c'è molto da fare.

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