domenica 3 novembre 2019

SGUARDO NELL'IO


Oggi quasi tutte le coppie sono disorientate dal ricorso facile e perpetuato al sesso, che, scandagliando, viene ridotto ad una semplice ripetitività di atti fini a se stessi quando non legati ad una procreazione, come da considerazioni di Tommaso D'Aquino od anche di Leonardo, e come sperimentarono i genitori di Paramahansa Yogananda, i quali si congiunsero solo attuando il comune intento della procreazione dei loro figli, e null'altro.

Diceva Omar Khayyam: "Ti confiderò un grande segreto: il fiore, una volta sbocciato, muore".

Cosa voleva dire il poeta ed astronomo persiano, come rivolgendosi all'uomo d'ogni tempo, se non che gli atti di coppie - di fidanzati e di quanti poi si conducono in chiesa o davanti ad un ufficiale comunale od anche escludendoli per sancire una loro "comunione" - sono come del tutto esauriti alla prima esperienza, ove si sperimenta il paradiso, ma che ti lascia subito come un ebete, ignominiosamente nudo e senza forze?

Un breve istante che si ripete nel tempo e che conduce a frustrazioni sempre maggiori ove non si si verifichi una primitiva nascita, vera benedizione di Dio, oggi sofferta da molte coppie, che in diversi casi riescono però a viverla senza intervento "medico", per pura grazia di Dio.

Ed in caso di accertata gravidanza occorrerebbe mettere a tacere ogni ricorso ai sensi, in un puro afflato d'amore con la compagna ed il nascituro, il quale si presenta alla vita già colmo di esperienze precedenti, come in una ritrovata affettività, e che riesce ad esprimere sin da subito, il genitore dialogando interiormente ed immediatamente con lui, semmai lo "conosca", e poi di seguito davanti al monitor del ginecologo: con una capriola ad esempio.

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