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lunedì 11 novembre 2019

MEDICS

Le cellule, primo impatto per gli studenti di medicina (ma anche per quanti, piccoli, vengano dotati di un microscopio), aggregandosi, formano i tessuti, che sono quattro: epiteliale, muscolare, nervoso, connettivale.

Ora, allo studioso che voglia oggi cercare di capire di primo impatto le malattie, stante la intossicazione ubiquitaria da metalli pesanti ed interferenti endocrini presenti nei cibi e nelle acque, non interessano tanto i primi tre (quelli fanno comunque parte del bagaglio iniziale dei corsi universitari), quanto il tessuto connettivo propriamente detto.

Esso origina da cellule staminali mesenchimali multipotenti, capaci di dar luogo a tutti i tipi cellulari presenti nei tre foglietti embrionali.


Le sue cellule sono separate da spazi occupati da una sostanza fondamentale, detta anche amorfa, costituita prevalentemente da proteoglicani, che si associano a lunghe catene di acido ialuronico mediante proteine speciali dette proteine link.

Proteoglicani che hanno la capacità di "intrappolare" consistenti quantità di acqua formando un gel, con funzione di sostegno meccanico, resistenza alla compressione e capacità di filtrazione, che regola la velocità di diffusione di liquidi attraverso lo stesso tessuto connettivo.

La funzione fondamentale del connettivo è di essere ricettacolo di tossine esogene (metalli pesanti, interferenti endocrini, farmaci) ed endogene (provenienti dal metabolismo cellulare).

Ora, se queste, in particolare le prime, non vengono bloccate o chelate, ne rimangono danneggiati in modo ingravescente tutte le cellule ed i tessuti con interessamento del connettivo e quindi dei vari organi, con relative "malattie", dalla semplice allergia al cancro, così come esposto nella tavola in sei fasi delle Omotossicosi, di cui in Italia ci parlano in particolare la Guna e la Named, e non solo loro.


Il modo migliore per bloccare o contrastare quelle tossine rimane l'alimentazione: acqua sana, cereali e legumi integrali, succhi verdi di verdura e frutta (onde favorire l'equilibrio od il riequilibrio del ph ematico, che dev'essere lievemente alcalino, tra 7,35 e 7,45, quello che permette la formazione di euormoni ed euenzimi, con regolazione dell'intero assetto neuro endocrino immunitario), poche carni meglio se bianche, poco pesce, meglio se congelato e proveniente da mari non ancora del tutto contaminati, pochi latticini e formaggi, preferibilmente freschi, un bicchiere di vino o di birra, olio di oliva extravergine spremuto a freddo, sale marino integrale, polveri di pepe nero, erbette macinate.


In ogni caso, per quanto uno possa volgere al meglio l'alimentazione, vengono in soccorso le industrie medico alternative con i loro nutraceutici ed antiossidanti naturali, capaci di contrastare ancora più efficacemente l'eccesso di radicali liberi derivanti da quelle diete incongrue ed il conseguenziale stress ossidativo che esse inducono in cellule, tessuti ed organi.


Ciò detto, rimangono per l'uomo in gran parte irrisolti la carenza di mezzi economici ed i conflitti affettivi.

Sapranno i nuovi confessionali e mezzi di comunione, l'occhio televisivo e quello del computer, dare le più giuste indicazioni, in merito?

Lo si spera.

LA CLOROFILLA: NUTRIENTE ESSENZIALE PER TUTTI

La fotosintesi clorofilliana, che si realizza nelle cellule delle foglie delle piante e dei vegetali, quando irradiate dai raggi luminosi provenienti dal Sole, avviene specificatamente nei cloroplasti, organuli presenti nel citoplasma di quelle cellule.

Essi sono visibili al microscopio –--- oggetto di cui dovrebbero essere dotati i bambini sin dalla scuola primaria ---- come corpuscoli di colore verde di cui è composta la clorofilla, e che, oltre ad essere presenti nelle foglie di piante e vegetali, si ritrovano anche nelle cellule delle alghe eucariotiche.

Tali cloroplasti sono in grado di catturare l’energia luminosa  proveniente di giorno dal Sole e trasformarla, proprio tramite l’azione della clorofilla in essi presente in energia chimica, con liberazione di ossigeno e fotolisi delle molecole d’acqua.

L’ossigeno liberato dalle piante ---- soprattutto da quello delle foreste sparse sul pianeta, in particolare quella amazzonica, definita il polmone verde della terra, nonché da quello di tutte le altre piante già presenti o di cui di cui si intende fortunatamente dotare i terreni dell’intero pianeta, più minimi spazi cittadini ---  si inoltra nell’atmosfera, permettendo così all’uomo di respirare.

Risalendo alla clorofilla, essa ha una struttura chimica molto simile all’emoglobina, il principale costituente del sangue umano: l’unica differenza tra le due molecole è che al centro della molecola di clorofilla c’è il magnesio, mentre nell’emoglobina troviamo il ferro.

Per merito di questa somiglianza chimica, la clorofilla è in grado di aumentare l’ossigenazione delle cellule, nonché di mantenere il ph delle stesse entro i limiti di una lieve alcalinità, necessaria perché si realizzino in modo fisiologico tutte le reazioni metaboliche che avvengono nel sangue - ove se ne contrasta efficacemente un'anemia! -, e nei tessuti.

Se il ph invece tendesse all’acidità ---- come oggi avviene quasi dappertutto a causa del consumo di cibi ricolmi di acidi, interferenti endocrini e metalli pesanti ---- l’organismo ne soffrirebbe, avanzando nelle varie patologie di cui si fa diagnosi, tanto più gravi quanto più il ricorso a quegli alimenti è protratto ed incontrastato.

Invero, le azioni benefiche della clorofilla possono essere ottenute mangiando non solo i frutti delle piante, ma anche i vegetali che ne contengono grandi quantità purchè non sottoposti a disgraziati processi di imbianchimento da parte di chi li produce: in particolare spinaci, bietole, broccoli, cavoli, cicoria, cime di rapa, erba d’orzo, erba di grano, tarassaco, come tutti conditi rigorosamente con sale marino integrale, olio extravergine di oliva e limone od aceto di mele biologico.

Inoltre, la clorofilla è presente in quantità notevolmente maggiori  nel succo di aloe, purchè opportunamente trattato, come quello preziosissimo dismesso dalla LR, industria italo tedesca

Sembra peraltro che i vegetali che più in assoluto contengono clorofilla siano le Alghe Eucariotiche, non tanto le brune ---- come ad esempio il fucus, ricco di fucoxantina e d iodio, ottimo quindi per normalizzare le tireopatie, e l’alga Kelp ----, quanto le verdi-azzurre.

Tra queste ultime, spiccano  l’Alga Klamath, od Aphanizomenon Flos Aquae (organismo unicellulare che nasce e cresce nelle acque incontaminate del lago di Klamath, in Oklaoma – Usa, che, dopo l’essiccamento e la polverizzazione, viene commercializzato come integratore non solo di clorofilla, ma anche di benefici aminoacidi, acidi grassi essenziali, vitamine, sali minerali ed antiossidanti).

Ne esistono numerose commercializzazionI, ma mi piace ricordare in particolare quella della CEMON, antica casa napoletana che si occupa anche di omeopatia: “Blue Tonic”, 90 capsule vegetali da 300 mg.

Azione più o meno simile, con medesimi costituenti della Klmath, ha l’Alga Spirulina.

Anche di questa ne esistono numerose commercializzazioni, ma, da buon campano, consiglio quella pura al 100% e senza addensanti prodotta dalla Pam, industria che opera ad Acciaroli, nel Cilento.

Di aloe e di alghe blu-azzurre dovrebbero nutrirsi un po’ tutti, sin dall’infanzia: penso alle loro lunghe ore sui banchi, senza nutrimenti essenziali per il cervello, costantemente all’opera, e senza veri rifornimenti, constatato quello che si vede in giro.

PERIODO FERTILE


Il periodo fertile è una fase del ciclo mestruale durante la quale la donna ha la possibilità di rimanere incinta.

I giorni più favorevoli al concepimento sono sei, e vanno dal 12° al 18° giorno dall’inizio delle mestruazioni: essi coincidono con la maturazione della cellula uovo (detta anche ovocita o oocita), che viene espulsa da un’ovaia e rilasciata nella tuba uterina, dove, se incontrerà gli spermatozoi, potrà essere fecondata.

E’ possibile effettuate anche un test sull’ avvenuta ovulazione mediante apposite strisce vendute in farmacia.

Qui da noi c’è ad esempio One Step, kit composto da 50 strisce ultrasensibili per rilevare la stessa, nonchè altre 10 strisce per mostrare più in là un risultato positivo di gravidanza in atto.

Poi tutto è nelle mani di Dio.

domenica 10 novembre 2019

VIVERE 120 ANNI

Adriano Panzironi è un giornalista che sa di medicina più della gran parte dei "medici".

Le sue programmazioni televisive ed i suoi consigli su tutte le reti private nazionali, comprese quelle di Salerno, con a fianco un validissimo interlocutore, hanno raggiunto e convinto sinora oltre 500.000 italiani.

Le sue ricette sono semplici: capsule vegetali a base di antiossidanti naturali (in genere derivanti da spezie), vitamine naturali (in particolare la D, ma io aggiungerei anche la A e la C), e soprattutto, la sequela di uno schema alimentare prevalentemente alcalinizzante (quello consigliato nel suo libro: "Vivere 120 anni", dato che le malattie, da quelle semplici, tipo allergie, dermatiti, faringiti, laringiti, sino alle più complesse, come broncopneumopatie, epatopatie, dismetabolismi vari dal diabete a tutte le malattie cardiache, a parte le avanzate compromissioni delle valvole e le malformazioni cardiache, sino ai tumori, del sangue o solidi, anche metastatizzati) dipendono tutte dall'assunzione di cibi acidi ed acqua di rubinetto, repleti di metalli pesanti ed interferenti endocrini, con compromissione della matrice extracellulare e del microbiota intestinale che rappresenta con i suoi circa due chili di germi l'80% del sistema immunitario, e del sistema linfatico associato alle mucose che si dirama in tutto l'organismo, e conseguente interessamento dell'intero assetto ghiandolare.

Cose che si raccolgono, in Italia, dai corsi Guna o Named, e non solo da loro.

venerdì 8 novembre 2019

INTERFERENTI ENDOCRINI E MALATTIE PLANETARIE

Gli interferenti endocrini o distruttori endocrini sono molecole ormai ubiquitarie nell'ambiente, in particolare negli alimenti (nel cosiddetto cibo spazzatura, e poi nelle verdure e nella frutta contaminare da pesticidi, nonché nelle carni degli animali d'allevamento, colme di ormoni sintetici, antibiotici e vaccini); nelle acque degli acquedotti (quindi quelle destinate al consumo umano) e di quelle dei fiumi e dei laghi (colmi di pesticidi e detersivi, oltre ad altre numerose sostanze tossiche di origine industriale), di quasi tutti i mari e oramai degli oceani (a causa di tutti i detersivi chimici che vi arrivano dal consumo degli abitanti a terra, nonché per lo sversamento in essi di tutte le sostanze chimiche e petrolifere rilasciate dalle industrie chimiche presenti nell'intero pianeta, dalle petroliere e dall'intero comparto navale mondiale).

Tali distruttori interferiscono con la produzione, il rilascio, il trasporto, il metabolismo, il legame, e l’azione o eliminazione degli ormoni naturali dell’organismo, deputati al mantenimento dell’omeostasi organica e dei processi di sviluppo.

Laonde causano danni al feto, e più avanti nei neonati e nei bambini, con disturbi della crescita, alterato metabolismo, sviluppo anomalo degli organi riproduttori e del cervello (per cui vanno incontro a disturbi comportamentali), diverse forme di allergia.

Nelle donne inducono patologie riproduttive (quali infertilità - endometriosi - aborti spontanei), e negli adulti alcune forme di cancro (come quello ai testicoli o alle mammelle) e diabete.

Tra le sostanze incriminate, vi sono il bisfenolo A (presente in contenitori e confezioni per alimenti, in certi biberon, in molti giocattoli), pesticidi (usati in agricoltura, e quindi presenti in frutta e verdura), solventi (prodotti per la pulizia, condizionatori), diossine (presenti nell'aria inquinata) e alchilfenoli etossilati (presenti nei detersivi e nelle pitture).

Sono poi interessate sostanze sintetizzate dall’uomo, quali gli ormoni di sintesi (utilizzati come contraccettivi orali), le sostanze impiegate nella terapia sostitutiva degli ormoni (così prescritta dagli endocrinologi), e alcuni additivi per mangimi (concepiti per interferire volutamente sul sistema endocrino degli animali da allevamento).

Le patologie emergenti in particolare dalla contaminazione degli alimenti e dell'aria con interferenti endocrini sono moltissime, come si è descritto, e a nulla valgono gli approcci della medicina ufficiale, che anzi aggrava i problemi.

Come difendersi, allora? E' presto detto: stando attenti agli alimenti (utilizzando di preferenza quelli dei negozi biologici, o scegliere al meglio tra i prodotti presenti sui banconi dei supermercati), e aiutandosi col ricorso agli integratori alimentari (quali gli antiossidanti e le vitamine naturali della ricerca medica alternativa).

I medici in maggioranza allopatici sono quasi tutti ignari di questi danni da interferenti endocrini, oramai presenti sull'intero pianeta come irreversibilmente, per l'inquinamento di acque, terre e cieli, e quindi non sanno offrire giuste misure, quali, lo si è detto, consigli su una alimentazione il meno tossica possibile e sull'uso complementare di validi integratori alimentari delle industrie alternative.

giovedì 7 novembre 2019

TOSSICODIPENDENZE

Un problema comune, che sin dalla giovane età, purtroppo, interessa un numero sempre maggiore della popolazione mondiale, è la dipendenza da psicofarmaci o droghe pesanti.

Qui da noi si cerca di contenerla dagli operatori dei Sert cittadini, cui i soggetti ricorrono più o meno precocemente, ma l'approccio verso di essi non consiste altro che nella dotazione settimanale di metadone, molecola che invero serve solo come effetto placebo e si rivela un ulteriore inganno della mente, e per nulla bastevole agli interessati, che comunemente vi aggiungono psicofarmaci od anche, potendo, droghe pesanti, recuperate dai pusher presenti ad ogni angolo di strada.

Ove di seguito, magari dopo anni, qualcheduno di essi decida di porre fine a tale procedere, i Sert li inviano presso strutture comunitarie poste in luoghi in genere viciniori, dove dovrebbe avvenire primariamente la disintossicazione dei recettori cerebrali compromessi dall'uso cronico di quelle sostanze, seguita da un lungo stazionare, nel tentativo di procedere al recupero delle funzioni psichiche del soggetto.

Ma tutto ciò non è che una inutile e dolorosa peregrinazione, per chi se la sia cercata.

La suddetta primitiva desaturazione dei recettori cerebrali intossicati avverrebbe mediante lo scalo, protratto per settimane, degli stessi metadone, psicofarmaci e droghe pesanti: un'antifisiologica boutade, per chi si sia interessato di psicofarmacologia.

Non si pensa, invece, che tali sostanze sono tutti potenti acidi, che dovrebbero essere primitivamente sbloccati con antiacidi o alcalinizzanti di tipo farmacologico (come innanzitutto il Magnesio, ad esempio quello della Cemon o della Natural point o quello contenuto in Trio Diger Acid, Carnidyn Plus o Sustenium Plus).

E poi ricorrendo nel tempo ad una dieta alcalinizzante, a base fondamentalmente di succhi di agrumi, mele, kiwi, banane, frutti di bosco, fragole; the o latte o caffè od orzo; minestroni di verdure, tuberi, legumi: ottimi quelli surgelati; o pasta regionale o riso parboiled integrale, conditi con olio extravergine di oliva, sale marino integrale, miracolose erbette in polvere, merluzzo surgelato o carni bianche o rosse; qualche biscotto di grano e granone regionale; bando assoluto degli zuccheri, in particolare del bianco, contenuto poi nei dolci di qualunque tipo, preferendo invece quello integrale di canna.

Il magnesio, peraltro, o solfato di magnesio (altrimenti detto sale inglese), è utile, un paio di volte a settimane, per contrastare la generalizzata stipsi.

Comunque, il ricovero protratto in quelle strutture conduce il soggetto a una dura esperienza: lavare piatti e far da mangiare nell'intera mattinata ai poveretti come lui, salvo a ritirarsi, nel pomeriggio o alla sera, in una stanza disadorna, senza mezzi con cui detergere la propria ansia - tv, computer, telefonini -, e con una minima possibilità di dialogo o di vissuto, nel bene e nel male, come in tutte le famiglie di questo mondo, con i propri cari.

Uscendosene poi dopo mesi e mesi da quella estenuante prigionia, permarrebbe irrisolta la indipendenza economica, quella che non riesce a realizzare la gran parte degli italiani.

Di queste sofferenze, invero, dovrebbe farsi carico lo Stato con un'adeguata politica di welfare, volta ad elargire agli interessati un congruo assegno mensile, di circa  mille euro, come già avviene nei Paesi del Nord Europa.

ALTERAZIONE DELLA FLORA BATTERICA INTESTINALE COME CAUSA DI OBESITA'

Oltre che risalire all’indice di massa corporea (BMI) ed all’accumulo di grasso addominale (VFA),  per chiarire ogni dubbio sulle obesità occorrerebbe investigare primariamente sulla compromissione della componente batterica intestinale degli individui: lì albergano circa due chili di batteri, virus e funghi, in equilibrio fra loro ed essendo espressione di circa l'80% del sistema immunitario, a meno che questo non venga devastato da incongrua, acidificante alimentazione e farmaci allopatici.

È quanto dimostra lo studio di Naoki Ozato e colleghi della Hirosaki University di Aamori (Giappone), di recente pubblicazione.

Il ruolo del microbiota intestinale nella regolazione energetica, nel metabolismo o nell’accumulo adiposo è stato indagato sia in vivo sia in vitro con numerosissimi studi.

Considerando la diffusione presente o futura dell’obesità e delle patologie ad essa correlate, i ricercatori giapponesi hanno voluto approfondire l’argomento, investigando in un elevato numero di soggetti (n=1001, età media 51-54 anni), sia donne (n=610) sia uomini (n=349), l’associazione tra il microbiota intestinale e l'accumulo di grasso intestinale (il VFA), utilizzando parametri antropometrici (età, peso, BMI, VFA ecc.), clinici (glicemia, colesterolo ecc.) e relativi alle abitudini quotidiane (fumo, esercizio fisico, medicinali, dieta ecc.).

E' emerso che il 45% degli uomini e il 50% delle donne assumono più di un medicinale al giorno, mentre l’introito medio di fibre giornaliero è sottomisura, consumandosi prevalentemente zuccheri semplici (che sconvolgono ogni equilibrio metabolico) e non complessi (quelli di pane, pasta, legumi, riso, purchè tutti integrali), nonché grassi (soprattutto quelli derivati dal maiale).

In conclusione, nonostante il BMI sia stato finora l’indice più considerato quando si parla di obesità (ma basterebbe un occhio immediato alla stazza del soggetto!), la correlazione tra grasso addominale ed alterazione del microbiota intestinale (dovuta come sempre ad incongrua alimentazione e ad uso di plurimi, acidi medicinali, insieme favorenti un'acidificazione dei tessuti e del sangue - che dev'essere a ph leggermente alcalino per un corretto metabolismo -, con relativo accumulo di tossine nel mesenchima e complementare compromissione del Sistema Linfatico Associato alle Mucose) è risultata chiarissima.

lunedì 4 novembre 2019

NUTRIRSI CON SAPIENZA


Appena svegli, alcalinizzare l'organismo, il cui mesenchima, durante la notte, si è imbevuto di acidi, in gran parte derivanti dalla cena precedente, che dovrebbe comunque essere parca.

Tale eccesso di acidi si elimina perlopiù attraverso le urine: se permanessero, in modo cronicizzato, nel sangue e quindi nei tessuti, le reazioni metaboliche - volte fondamentalmente alla formazione di euenzimi ed euormoni - non potrebbero avvenire o avverrebbero forzatamente, con produzione di metaboliti tossici.

L'alimento migliore per bloccarli è il limone (od anche il lyme, o, ancor meglio, per chi ha la fortuna di poterlo reperire, il bergamotto), che, pur essendo ricolmo di acidi, esita, una volta ingerito, in alcalinizzazione organica, sempre che non sia stato trattato con pesticidi e fitormoni: buoni quelli della penisola sorrentina, della Calabria e della Sicilia.

Per chi volesse rinforzare l'alcalinizzazione, segue una miscela, con la quale facevo evitare ai miei pazienti, nella mia attività di medico di famiglia, la quasi totalità dei ricoveri ospedalieri, sempre che non si fosse trattato di malformazioni cardiache o traumi.

Ne constatavo quasi sempre una deviazione da un'equilibrata condotta alimentare, indirizzata come del tutto a pastasciutta, prodotti suini e vino.

Con qualche auscultazione e percussione toracica - non con analisi, raggi o tac, del tutto gratuite ed atemporali, per chi come me doveva agire immediatamente - li invitavo a preparare la miscela di cui dicevo, la seguente: versare in un bicchiere di acqua oligominerale due cucchiai colmi di granulato di Citrosodina od Alcalosio (allora, non conoscevo il Regobasic o il Probasic o simili di oggi), farli sciogliere per bene sino all'eliminazione delle bollicine, ed aggiungere il succo di uno o due limoni, mescolare e sorseggiare.

I miei pazienti si riprendevano quasi immediatamente, e tale miscela è quella che consiglio ancor oggi a tutti, appena ci si svegli, per bloccare, come detto, l'eccesso di acidi notturni.

Ciò detto, dopo mezzora un'ora, ci si può preparare una buona tazza di caffè o di the nero (assoluto od anche al bergamotto o al gelsomino), dolcificate con zucchero integrale di canna o magari con del buon miele di acacia o millefiori (non Ambrosoli o importato dalla cina), con l'aggiunta, nella tazza, di qualche fetta biscottata, preferibilmente integrale.

Sarebbe bene abituare anche i bambini a tale prima colazione, i quali potrebbero optare anche per una ciotola di latte nostrano, magari con l'aggiunta di un po' d'orzo o di fiocchi di avena o di mais o con della buona polvere di cioccolato, e dolcificato come detto: il miglior starter, tale colazione, per le ottimali performances dei bambini, soprattutto scolari, che devono affrontare lunghe ore di sosta tra i banchi, innanzi ad una cattedra.

Volendo, sarebbe utile concludere la colazione con una mela bio, senza pesticidi e fitormoni, a fette o grattugiata, con l'aggiunta di un pizzico di polvere di cannella e un po' di zucchero, quello detto.

Verso le dieci, però, più o meno, comincia di nuovo ad avanzare il senso della fame.

Ed allora, per chi sta in casa, è utile ancora una volta una spremuta di limoni ed arance.

Per chi stia sul luogo di lavoro, o ricorra ancora al caffè, o, se il bar è fornito, alla suddetta premuta di agrumi, più qualche nocciola o gheriglio di noci od un pezzo di cioccolato alle nocciole.

Per i bambini, ci vorrebbe una mela od un kiwi, più qualche biscotto alle nocciole ed al cioccolato, di cui dovrebbero dotarli i genitori prima di accompagnarli a scuola.

Giunge alfine l'ora di pranzo. L'ideale è un buon minestrone di verdure, tuberi e legumi (ottimo quello surgelato, di sicura filiera), condito con olio di oliva extravergine spremuto a freddo (di frantoio o reperibile online o al supermercato, dal costo, per un litro, di circa dieci euro, che quelli di pochi euro sono miscele tossiche), sale marino integrale della sicilia, erbette (per esempio quelle, in Italia, della Ariosto, composte da un mix di rosmarino, timo, erba cipollina, sedano, prezzemolo ed altro), aceto di mele bio non filtrato, un po' di senape al miele o di buon ketchap o di maionese prodotta con uova provenienti da galline allevate a terra e senza mangimi ogm né antibiotici o vaccini.

In alternativa al minestrone, ci sarebbe il riso parboiled integrale o venere, condito nel modo suddetto, od anche, volendo, una buona polenta o del semolino integrale o del cous cous, con pomodorini e una spruzzata di parmigiano in busta, prodotto con latte italiano.

Per secondo - insieme ad un'insalatina o in alternativa ad un piatto di patate di montagna o selenizzate e fritte con olio di semi di mais - si ricorra, per circa tre volte a settimana, ad una fettina di carpaccio o di colarda di manzo, o ad una di pollo o di tacchino o di coniglio o di agnello, allevati biologicamente, o di qualche filetto di merluzzo congelato (o, se freschi, di pesci di piccola taglia, opportunamente privati delle interiora, provenienti da acque grossomodo ancora sicure, come quelle calabresi).

Come si vede, non faccio cenno a latticini e formaggi, soprattutto quelli stagionati, né ad affettati, ma chi non riesce a farne a meno, si contenti di poco: un bocconcino di mozzarella di latte di bufala, o qualche fettina di buon salame o di mortadella al pistacchio.

Tra le sedici e le diciassette incalza un nuovo senso di fame, ed allora, o si fa come gli inglesi, rimediandovi con una buona tazza di the, come alla colazione, o ci si deve accontentare della solita premuta di agrumi o, in mancanza, di un bicchiere di succo di frutta confezionato (buoni, in Italia, quelli della  Santal o della Zuegg), e di un biscottino alle nocciole o di un pezzo di cioccolata o di qualche wafer.

Siamo alla cena: grossomodo come a pranzo, ma più parca, magari intorno alle 19 o 20.

Per conciliare il sonno, poi, è miracolosa una tisana in cui sia stata intinta una bustina o due di fiori di camomilla (non quella setacciata), della Bonomelli, della Aboca o di altra buona marca, sebbene comincino ad affacciare sul mercato tisane a base di erbe o semi vari (quali finocchietto, passiflora, valeriana, biancospino od altre).

Io personalmente mi addormento con del caffè, dolcificato come detto e con l'aggiunta di un paio di cucchiai di latte intero.

Non avrei altro da aggiungere.

sabato 2 novembre 2019

SUCCO DI SEDANO: MENO DI DODICI EURO PER CONTRASTARE QUALSIASI MALATTIA


Il sedano è la pianta officinale per eccellenza, ma tutte le ricerche su di essa si concentrano sui gambi, sulle foglie, sui semi o sul sedano in polvere ricostituito in forma liquida:  nessuno di questi elementi però ha gli stessi effetti del succo di sedano fresco.

Il succo di sedano contiene aggregati di sali di sodio, gruppo distinto di composti che circondano il sodio stesso, in una struttura simile a quella del sistema solare, ed all’interno dei quali si trovano diversi oligoelementi, alcuni legati agli stessi aggregati, altri fluttuanti all’interno di essi.

Questo particolare tipo di sodio, sostanza chimica cruciale, è una componente fondamentale dei neurotrasmettitori, per cui si può affermare che il succo di sedano è la bevanda elettrolitica più efficace del Pianeta, nessun altro alimento, pianta o bevanda, potendo fornire in una sola volta tutti gli elettroliti attivati necessari per formare le sostanze chimiche utili all’organismo, in particolare delle sue strutture cerebrali.

Peraltro, quasi tutte le malattie, dalle allergie al cancro, dipendono dall’intossicazione da metalli pesanti presenti nella gran parte dei cibi, di terra e soprattutto di mare, tutte tossine che possiedono una carica distruttiva non solo per i neuroni, ma anche per il fegato e per le altre cellule del corpo.

Tali tossine di origine alimentare, in particolare mercurio, cadmio ed alluminio, sono proprio il bersaglio di quegli aggregati di sali di sodio, che ne disinnescano la carica disattivandoli e rendendoli affatto aggressivi.

Inoltre, gli oligoelementi cofattori, presenti in concentrazioni bassissime in quegli stessi aggregati di sali di sodio, sono estremamente utili alla digestione, poiché penetrano nelle cellule ghiandolari gastriche riattivando l'acido cloridrico, composto invero da una miscela di sette acidi, che stermina i germi nocivi (batteri, virus, funghi) che si sono virulentati non solo nello stomaco, ma anche nel duodeno e nell’intestino tenue, per incongrua alimentazione o ricorso a farmaci allopatici, tutti potenti acidi.

Il succo di sedano infine contiene inoltre molteplici fitormoni che nutrono e rigenerano ogni singola ghiandola del sistema endocrino, tra cui il pancreas, l'ipotalamo, la ghiandola pituitaria (ipofisi), la ghiandola pineale (epifisi), la tiroide e le ghiandole surrenali: motivi per cui il succo di sedano è miracoloso per la cura di obesità, malattie metaboliche, cancro ed altro, insieme alla sequela di un'alimentazione prevalentemente alcalinizzante.

venerdì 1 novembre 2019

STORIA DELLA SOLGAR


Solgar, presente anche in Italia, è stata fondata nel 1947 a New York, e fin da allora si è dedicata alla ricerca e alla produzione di integratori alimentari, Nutraceutici, Vitamine, Minerali e Aminoacidi di altissima qualità.

Nelle proprie formulazioni utilizza materie prime di alta qualità, tra cui: Minerali chelati Albion® - Albion International, Inc; Vitamina C Ester-C® - The Ester C Company; Pycnogenol® - Horphag Research Management S.A; Collagene idrolizzato BioCell Collagen® - BioCell Technology LLC, Irvine, California USA; estratto di Boswellia 5-Loxin® Advanced - P.L.Thomas-Laila Nutraceuticals LLC; Coenzima Q10 Kaneka Q10®, Kaneka QH®- Kaneka Corporation; NovaSOL® - Aquanova AG.

CUORE SOTTO CONTROLLO


RegoLipid è un integratore alimentare che combina principi attivi di origine vegetale, come  Berberis aristata,  Banaba (Lagerstroemia speciosa), Curcuma longa e principi nutritivi quali  cromo,  acido folico e  acido alfa-lipoico, utile  per  regolare le funzioni cardio-metaboliche. 

Senza glutine e lattosio, è adatto a chi ha scelto un'alimentazione vegana.


mercoledì 30 ottobre 2019

CIBI E PRESIDI TERAPEUTICI ANTIACIDI


Come premessa, da medico, invito i colleghi che credono di "curare" la gente, qualunque sia la patologia, dalle allergie al cancro, a leggersi almeno il seguente scritto, fra i molteplici: "L'equilibrio acido - basico": aspetti clinici, dietetici e bioterapici dell'acidosi tissutale, di Silvano Mantovani, Macrolibrarsi Edizioni.

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Ma ecco di seguito quanto è più alla portata di mano della semplice gente, anche poveri pensionati, che annaspano faticosamente presso i centri di prenotazione di varie visite, pagando forzosi ticket, per poi recarsi da "specialisti" ospedalieri o privati, i quali, a loro volta, ti rimandano ad esami di laboratorio, indagini radiologiche, strumentali e quant'altro, con ulteriore esborso di quattrini, per poi recarsi dal medico di base a farsi prescrivere "farmaci" allopatici, acidi e tossici, quasi tutti quelli correnti, a parte qualche utile antibiotico (magari una cefalosporina monodose, senza dover pensare a quelle parenterali, che hanno quasi tutte un "effetto spugna" pericolosissimo per l'organismo), qualche fiala di Bentelan e qualche compressina di Lasix, né intravedo altro, con ulteriore spesa in farmacia, quando invece, con dieta alcalinizzante all'80% ed acidificante al 20%, più qualche polvere alcalinizzante, quelle che seguono, potrebbero agevolmente e con minima spesa gestire a lungo per il meglio la loro salute, col semplice concorso del farmacista.

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Ecco ora informazioni sugli alimenti acidi (che alterano il ph e producono tossine in quantità, difficili da eliminare e che impediscono un buon assorbimento dei principi nutritivi) ed alcalini (quelli che mantengono il ph ematico intorno ad una lieve alcalinità, compatibile con le funzioni fisiologiche, enzimatiche ed ormonali dell'organismo).

Cibi acidificanti: farine e zuccheri bianchi, insaccati, carni di maiale e manzo, formaggi stagionati, margarina, olii di semi vari,, cibi in scatola, bevande gassate, torte, dolciumi ed alcolici.

Mediamente acidificanti sono: ceci, fagioli, lenticchie, formaggi freschi, anacardi, arachidi e pistacchi.

Cibi alcalinizzanti: broccoli, cavolo, spinaci, cavolo nero, insalata, patate, patate dolci, germogli, barbabietole e cetrioli, avocado, banane, anguria, papaya e mango, basilico, aglio, cipolle, sedano (questi ultimi dalle eccelse proprietà antimicotiche), cereali come miglio, amaranto, quinoa, segale e grano saraceno, erbe aromatiche, mandorle, olio di oliva extravergine spremuto a freddo, acque minerali, tisane.

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Infine, alcuni tra i preziosi presidi terapeutici alcalinizzanti, prodotti in genere da industrie alternative del farmaco.

Pegaso Regobasic polvere. Guna Basic bustine. Basenpulver Pascoe polvere. Realkatalym dr. Giorgini. Betulla Bianca Estratto Integrale soluzione. Basic Farmaderbe bustine. Oti Citrobasic bustine.

Non resta al medico che studiare l'equilibrio acido - basico, magari partecipando a qualcuno tra i tanti corsi realizzati dalle case farmaceutiche, come per esempio, qui da noi in Italia, dalla "Guna" e dalla "Named", o magari farsi raggiungere da qualche informatore farmaceutico di casa etica, come quella del dr. Giorgini.

martedì 29 ottobre 2019

FEGATO

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano: si trova a destra, dietro le ultime sette o otto costole, è di colore bruno e pesa in media 1,5Kg.

Esso svolge moltissime funzioni: durante la digestione produce e secerne la bile;  si occupa di filtrare le sostanze assorbite nell'intestino tenue;  permette di metabolizzare gli zuccheri; svolge una serie di processi, come la produzione di fattori di coagulazione; funge da deposito per numerose sostanze, tra cui il glucosio (come glicogeno), la vitamina B12, il ferro e il rame; contiene numerose cellule specializzate del sistema immunitario che agiscono da "filtro" nei confronti degli antigeni; e infine ha la funzione fondamentale di rimuovere le tossine e altri elementi nocivi dal sangue.

Purtroppo, con l’alimentazione moderna, condotta prevalentemente con zuccheri, grassi e cibi scadenti, con l'aggiunta di uno stile di vita alterato (dovuto in gran parte ad intossicazione da farmaci allopatici comunemente prescritti, compresi quelli che si dicono rivolti alla cura di processi infettivi a suo carico, nonché i chemioterapici, anche quelli cosiddetti deboli, volti a contrastare, mera illusione, tumori  epatici o d'altri organi, anche metastatizzati), la funzionalità di questo organo, intimamente connesso con altri, come l’intestino e i reni, va a farsi benedire.

Non si pensa, tranne che dai medici che vi hanno rivolto studi, alla complementare compromissione per le cause suaccennate, oltre che della ghiandola epatica, anche del Sistema Linfatico Associato alle Mucose, o MALT, intimamente collegato poi alla flora batterica intestinale, che da sola rappresenta ben l'80% del sistema immunitario, alterata comunemente ed estesamente da alimentazione acidificante e tossica, oltre che da antinfiammatori, antibiotici e cure ormonali.

Le principali tossine che il fegato deve dunque metabolizzare sono la stragrande maggioranza dei farmaci, l’alcol, sostanze tossiche ambientali, i cibi acidificanti e scadenti, gli additivi alimentari ed il surplus di ormoni prodotti dal nostro organismo in caso di stress.

Da queste tossine sono invasi almeno dieci milioni di italiani, se non tanti di più.

Ora, in concorso col cosiddetto Ministero della Salute,  l’Aifa - la succursale italiana della perversa Big Pharma, un coacervo di multinazionali che dirigono obsolete ma ancora grandemente sovvenzionate ricerche e controllano le industrie dei farmaci sparsi nel mondo -  cosa ha pensato, a riguardo di tale pletora di ammalati?

Di dotare gratuitamente gli ospedali e le Asl di farmaci – commercialmente Sovaldi, Harvoni, Gilead - che essa dice utili per la “cura” del fegato, in particolare in caso di epatiti infettive, quali la C, presenti non solo nei tossicodipendenti, ma anche nei cirrotici, nei trapiantati e nei soggetti a manifestazioni extra-epatiche cosiddette HCV-correlate.

Una vera schifezza, che non farà altro che aggravare, tramite quelle molecole, da usare per mesi e mesi, ancor più le funzioni epatiche, oltre che immunitarie, e che  costerà miliardi di euro allo stato (che, ove i politici non fossero stati disattenti, avrebbe potuto destinarli ai milioni di poveri della penisola), con buona pace delle industrie del farmaco, che ne trarranno grandi profitti con l’aiuto di medici incompetenti, sulle spalle della povera, ignara gente.

Diceva Claude Bernard: “Il microbo è nulla, il terreno è tutto”. Proprio così: i virus, compreso quelli detto HIV, sono una fregnaccia.

Quando l’organismo è ben nutrito - e sono sufficienti zuppe di patate e cipolle, condite con buon olio di oliva extravergine, erbette e sale marino -, il fegato rimane pulito, e, semmai siano presenti residui di tossine da farmaci o degli stessi virus, esso le metabolizza e ne provoca l’espulsione per via urinaria.

Rimane così ben in piedi l'affermazione di Ippocrate, padre della medicina: "Le malattie nascono a tavola".

Comunque, ove, per recuperare le suddette funzioni epatiche e quindi l'intero organismo, si voglia integrare la dieta con complementi farmacologici utili, li si trovano ampiamente in natura, nelle erbe e nelle piante: basta clicckare “cure naturopatiche per il fegato”, più che leggere un buon trattato di erboristeria, per allargare la mente.

In ogni caso, le industrie etiche del farmaco producono molecole del tutto protettive per il fegato, e ne cito due: la silimarina, che deriva dalla pianta del carciofo, ed il glutatione ridotto.

Chi volesse informarsi di più, non ha che da fare le opportune interrogazioni, in merito ai due farmaci suddetti, sulla rete.

lunedì 28 ottobre 2019

IL MICROBIOTA

Noto anche come "microflora intestinale", il microbiota è considerato un vero e proprio organo immunitario, essendo formato da numerosi microrganismi organizzati in comunità complesse e dialoganti tra loro: batteri - virus - funghi - protozoi.

Quando il microbiota è in equilibrio quantitativo e qualitativo, si svolgono funzioni essenziali, protettive, strutturali e metaboliche: si realizza così uno stato di eubiosi.

Se invce si conduce un'alimentazione prevalentemente acidificante (pane, pasta, farine, zuccheri, dolci, insaccati e formaggi), o si usano ripetutamente antibiotici - antinfiammatori - cortisonici, il microbiota viene ad alterarsi: è la disbiosi.

Tale disbiosi, se protratta nel tempo, conduce ad uno stato di infiammazione intestinale, con la conseguenziale perdita di selettività della barriera mucosale intestinale.

Intanto, più ci si alimenta con cibi acidificanti o più si conducono le suddette terapie, più l'infiammazione intestinale produce tossine, che, attraverso le vie emolinfatiche, raggiungono i vari organi, divenendo così sistemica, con espressione nelle malattie le più varie e gravi, dal diabete alla pletora delle malattie neurodegenerative, sino al cancro.

L'intestino è peraltro costituito da diverse centinaia di migliaia di neuroni, fatto questo che ha indotto i ricercatori a definirlo secondo cervello, dopo il Sistema Nervoso Centrale posto nella scatola cranica, il primo cervello.

Essi non solo hanno medesimi neurotrasmettitori, ma comunicano fra loro attraverso il nervo vago, che parte dalla base del cervello ed arriva ad innervare l'intestino.

Ciò detto, quando per i motivi suddetti viene ad alterarsi il microbiota intestinale, attraverso il vago e lo stesso flusso sanguigno  pervengono al cervello diverse sostanze tossiche, in particolare citochine, che vanno ad infiammarne le strutture, soprattutto quelle ippocampali: nascono così semplici o, se si perpetua la disbiosi, gravi stati d'ansia.

Inoltre, per via emolinfatica, vengono interessati anche gli organi inferiori, urogenitali, invasi principalmente da un fungo resosi patogeno, la candida.

La cura più opportuna per ricondurre alla normalità il microbiota, e quindi correggere lo stato infiammatorio intestinale, cerebrale e degli organi inferiori, consiste allora nella sequela di una condotta alimentare di tipo prevalentemente alcalinizzante e non acidificante, non nel ricorso agli psicofarmaci od antifungini, che invero aggravano sempre di più i diversi quadri patologici.

A complemento di tale alimentazione, è bene prima  svuotare l'intestino con estratti di piante che favoriscono una sana defecazione (o due granuli di lunga vita Fiuggi, la sera prima di andare a letto, o due compresse di Dieci Erbe Esi normali), e poi pensare a ripristinare la flora batterica intestinale con opportuni fermenti lattici, capaci di superare indenni la barriera gastrica e raggiungere così il colon (tra i tanti, il Microflor 32 della Cemon Italia, in ragione di una o due capsule la mattina, dopo colazione, per una decina di giorni, per tre mesi).

giovedì 24 ottobre 2019

LA CASEINA DEL LATTE: IL PIÙ POTENTE CANCEROGENO DELLA STORIA DELL'UOMO

“La caseina è il più potente cancerogeno della storia: l'ho detto in passato e continuo a sostenerlo. Finora non mi hanno mai contestato su base scientifica e non possono farlo, perché è vero!”

Così con la forza dei suoi 50 anni di ricerca e nuove (prossime) pubblicazioni su Science il prof. T. Colin Campbell ha riaffermato ad Abano Terme, lo scorso 20-22 maggio, ciò che ha sempre sostenuto. 

“L’alimentazione, così come la intendiamo oggi, è il vero problema: bisogna rivederla e approfondirne le implicazioni. Una sfida che tutti noi dobbiamo accettare e sulla quale dobbiamo organizzarci per gestirla con serietà e metodo di ricerca.”

Una umiltà senza paragoni quella del professore della Cornell Univesity. Per tre giorni protagonista di un dibattito internazionale che ha visto la partecipazione di esperti americani, europei ed italiani l’autore del The China Study ha puntato dritto al punto della questione sollevata dalle sue ricerche e ha invitato gli specialisti in sala ad un confronto e approfondimento scientifico centrato sull’obbiettivo.

“Tutti noi sappiamo che le evidenze scientifiche non sono certezze matematiche, soprattutto nella scienza della nutrizione. Ci sono trilioni di cellule nel nostro organismo che colloquiano tra loro continuamente: come facciamo a dire di conoscerne davvero il funzionamento? 

Fino a quando si continuerà a discutere dei singoli dettagli che si possono solo ipotizzare come veri si continuerà a spostare l’attenzione da ciò che deve essere lo scopo primo della nostra ricerca: lo studio completo dell’efficacia di un cambiamento della dieta nella salute delle persone”.

Ad accogliere il monito del ricercatore statunitense per l’ultima volta in Europa una platea di oltre 1.400 persone che tra la giornata di venerdì e quella di domenica si sono susseguiti nella sala convegni dell’Hotel Alexader Palace per un dibattito dedicato al grande pubblico e ai medici e specialisti del settore.

Una tre giorni di full immersion, con approfondimenti e tavole rotonde che hanno toccato tutti i diversi temi legati alla nutrizione e alla salute, dall’oncologia alla pediatria, dalla cardiologia al rapporto mente e corpo.

Ad aprire il dibattito le relazioni frontali di alcuni tra i principali medici italiani coinvolti nel Laboratorio professionisti che nell’ambito dell’Associazione Equilibrio Delicato – Be4eat stanno lavorando per costruire in Italia un concreto progetto di ricerca capace di dare le prime e importanti risposte alle domande di molti pazienti e parenti che oggi affollano gli ambulatori medici.

Dal tema della ricerca a quello più complicato di una adeguata proposta clinica e dietetica in ambito oncologico rivolto agli specialisti con crediti ECM, il pomeriggio del venerdì è stato la premessa della giornata di sabato che ha catturato l’attenzione del grande pubblico sui temi centrali della salute, della prevenzione e della cura delle principali patologie del nostro secolo.

Un dibattito che ha coinvolto sul palco una trentina di medici e specialisti italiani, insieme alla relazione di ospiti stranieri provenienti dall’Irlanda come il dott. John Kelly e dalla Spagna, con la dottoressa Odile Fernandez Martinez che con l’esposizione medica della sua guarigione da un cancro metastatico alle ovaie ha commosso tutta la platea.

A corona dei tre giorni di discussione, i collegamenti esteri con il dr. Neal Barnard, ricercatore clinico e professore di medicina alla George Washington Univesity, con il dr. Micheal Greger fondatore dell’American College of Life Style Medicine e direttore sanitario della Humane Society of the Unites States, e con il dr. Dean Ornish, Clinical Professor di Medicina all’Università della California e direttore della Preventive Medicine Reserch Institute di Sausalito.

La professionalità degli 80 volontari provenienti da tutta Italia e la disponibilità degli ospiti testimonial come il grande attore Tullio Solenghi hanno reso possibile la riuscita di un dibattito che nasce spontaneo nelle case di tutti e che sulle tavole di tutti trova la sfida principale e più importante: la salute a lungo termine di chi amiamo.

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Per i medici che vogliano riferirsi anche a qualche testo italiano per approfondire l'argomento latte - latticini - formaggi, consiglio la lettura di "Latte e formaggio", di Claudio Corvino, Macro Edizioni.

Io l'ho trovato stimolante. MM.

mercoledì 16 ottobre 2019

LA VERA MEDICINA D'URGENZA

In genere, si ricorre all'ospedale non solo per fatti traumatici di immediata pertinenza chirurgica od ortopedica, ma prevalentemente per due motivi: un'ambascia respiratoria e palpitazioni cardiache, le due condizioni potendo coesistere.

Nella mia attività di medico di famiglia, in un paese isolato dal resto del mondo, dovevo anche interessarmi di emergenze.

Oltre a porre un immediato semplice occhio sulla costituzione del paziente (se nella norma, o se magro, o se obeso), al volto (se bianco o arrossato od ingiallito o terreo), ed alle sclere, mi precipitavo ad ascoltare col fonendoscopio il torace, alla ricerca di rantoli o rantolini, soprattutto alle basi, nonché di rumori od ottusità con la percussione.

Mi ponevo poi sull'aia cardiaca, per rilevare eventuali sfregamenti o soffi  a carico del motore cardiaco, più i toni, che potevano darmi prevalenti indicazioni sullo stato delle valvole.

Ancora, tastavo il polso radiale  (se debole o iperpulsante), misurando poi la pressione arteriosa e le onde sfigmiche con lo sfigmomanometro, queste ultime dandomi indicazioni su uno stato yin o yang del paziente, di cui già allora mi interessavo.

Misuravo infine la temperatura con un termometro od anche, se il tempo stringeva, ponendo la mia mano sulla sua fronte.

Lo interrogavo poi se per caso gli fosse stato diagnosticato diabete, e sulla condotta alimentare, ma già sufficiente essendo stata la primaria fotografia della sua ombra fisica.

Non perdevo ulteriore tempo, i dati di cui sopra indirizzandomi ad una immediata condotta terapeutica, con ben pochi farmaci: una fiala o massimo due di Bentelan da 4 mg, una di Lasix da 20 mg, delle gocce di digitale in caso di fibrillazione atriale, e come sempre di un antibiotico (una cefalosporina od un aminoglicoside, che avevo in borsa con me), instradato non solo dai rilievi toracici, ma cotto del fatto che la quasi totalità delle malattie era dovuta ad infezioni, prevalentemente a carico dei polmoni e dei reni, che i cinesi consideravano la fonte della vita.

Ho salvato così molte vite.

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Oggi, invece, i medici di famiglia se ne fregano delle urgenze, e ti mandano subito in ospedale, dove si va a morire con estrema frequenza.

Prendiamo il caso di un'ambascia respiratoria: magari ti fanno qualche piccola domanda, ti auscultano, ricorrono ad un elettrocardiogramma che non dice niente sull'equilibrio idrosalino, poi ad un prelievo da vena (i cui risultati hanno il tempo che trovano, e magari si ricorresse ad una elettroforesi ematica, nonchè urinaria), poi ti fanno un torace, o se non contenti, anche  una tac, con perdurante attesa del malcapitato, e poi chissà a cos'altro ancora la mente fertile delle multinazionali ha inventato.

Passano intanto ore, su una sedia od una barella, ad attendere se ti ricoverino in urgenza od in reparto.

E lì che ti fanno? Quasi mai, o con grave ritardo (visto che non ci si accontenta di un torace e si rimanda ad esami colturali ematici o peggio su dolorosi broncoaspirati, i cui risultati arrivano dopo giorni), ricorrono ad una antibioticoterapia, cui ci si dovrebbe indirizzare con la semplice misura della temperatura e con l' auscultazione toracica: terapia capace da sola di sbloccare polmoni e reni, coinvolti come sempre da processi infettivi, con miglioramento d'emblèe del quadro generale.

E' frequente, poi, in queste "urgenze" (non solo per frequenti flebopatie ma anche nei casi semplici o complessi di coma), il ricorso alle potenti eparine di oggi, mica al semplice acido acetilsalicilico, che studi affermatissimi hanno rivelato essere il miglior ed innocuo anticoagulante.

L'eparina (che smuove grassi viscerali, ed alla quale non bisognerebbe affatto pensare, soprattutto se nella norma colesterolo, trigliceridi ed omocisteina, casomai ricorrendo all'acido acetilsalicilico, il vecchio Flectadol in vena, il miglior anticoagulante secondo affermatissimi studi) scoagula forse il sangue, ma rende anche possibile la formazione di trombi, a partenza non solo dai grassi viscerali, ma dagli stessi presunti coaguli, con possibile interessamento embolico delle arterie cerebrali (potendo riaffiorare più gravemente un coma), polmonari (con successivo peggiore quadro dispnoico, che ahimè, ci si volge a ridurre col ricorso ad una ventilazione artificiale con dolorosa intubazione endotracheale, che, se perdurante, aggrava ben più non solo lo stato psicologico del soggetto, ma la funzionalità dei suoi stessi polmoni), e dell'atrio e del ventricolo destro del cuore (con quadri di scompenso).

Quanto alle acidosi metaboliche e respiratorie facilmente presenti in questi pazienti (soprattutto se obesi, ed indotte per lo più da un'alimentazione con cibi acidi e spesso da un concomitante ricorso alle sigarette, contenenti metalli pesanti ed altre molecole tossiche dei fumi da aspirazione), oltre a poter essere rilevate per dare lumi sull'equilibrio acido - basico del paziente con la semplice misura del ph ematico ed urinario, o se si vuole col concorso del breath test, in luogo della frustrante ed atemporale emogasanalisi, e magari volgendo il pensiero alla concentrazione dell'emoglobina, che nutre tutte le cellule di ossigeno.

L
a ventilazione polmonare, soprattutto se il mantello lo si vede ad occhio funzionare, e se i parametri ematochimici sono nella norma, la si potrebbe effettuare con una maschera di semplice ossigeno pressurizato, intervenendo poi immediatamente con un'antibioticoterapia in caso di febbre, essendo sufficiente una cefalosporina od un aminoglicoside, senza aspettare l'esito di colture o broncoaspirati od esami virologici, che, come diceva Claude Bernard, "il microbo è nulla, il terreno è tutto", che si tratti di semplici incurabili virus od anche del cosiddetto Hiv, Aids compresa, bufale internazionali, che i sudafricani curano con zuppe di cipolle, utili anche a contrastare la tubercolosi, per chi si fosse smanettato su internet.

Ma, ove persista un'acidosi, magari modica, che a ben ragionare non è solo di tipi respiratorio ma anche metabolico, chè è di certo ingolfato il mesenchima o matrice extracellulare, per chi abbia condotto studi omotossicologici, la si potrebbe contrastare efficacemente contrastare con delle polveri basiche, tipo Regobasic della Pegaso, sebbene in commercio ce ne siano centinaia di simili, prodotte anche dalle industrie allopatiche, non solo cosiddette alternative.

Una sostanza altamente basica è poi il solfato di magnesio, uno degli ingredienti delle costosissime sacche di Periven, in sostanza il vecchio sale inglese, la cui polvere per os è decisiva per risolvere adeguatamente un'affiorante stipsi, problema non solo di degenza ospedaliera, ma cosmico.

Ma il Periven contiene anche aminoacidi concentrati, di cui il cervello, la scatola di comando del paziente, sicuramente messo a digiuno, potrebbe magari giovarsi per un paio di giorni.

Quegli stessi aminoacidi concentrati, infatti --- se non accompagnati da un'adeguata idratazione con il ricorso 24 ore su 24 a soluzioni idrosaline, ove i pazienti vengano intubati, nè potendo bere, e considerando che le cellule ed i tessuti hanno bisogno di circa due litri di acqua al giorno ---, potrebbero provocare sofferenze renali con anuria e magari edemi alle caviglie, che si dovrebbero contrastare con qualche compressina da 25 mg di lasix, purchè venga sostenuta l'idratazione, od il semplice diuretico bloccherebbe ancor più i reni.

La migliore condotta antiacida, in ogni caso, sarebbe la sequela primaria, nello stesso ospedale, di una dieta alcalinizzante (capace non solo di ridurre ogni fenomeno acidotico, ma anche di contrastare la compromissione come generalizzata - dovuta a pasta, pane, zucchero, dolci, insaccati, latticini, formaggi - del microbiota intestinale, che da solo rappresenta ben l'80 per cento dell'intero comparto immunitario ed è inoltre capace di regolare l'intero assetto endocrino, come da studi di Psico Neuro Endocrino Immunologia), cui dovrebbe condurre il nutrizionista, ove tra le figure di quelle mura.

L'alcalinizzazione, poi, ove il paziente se ne uscisse comunque fortunosamente indenne dalle corsie ospedaliere, dovrebbe essere realizzata cronicamente un pò da tutti, non solo da quegli ammalati, con alimenti scelti, pochi, contenenti nutrienti capaci di far fronte alle esigenze quotidiane del cervello, che macina attività costantemente.

Questi, ad esempio: minestroni anche surgelati di verdure, tuberi e legumi, con l'aggiunta di riso parboiled o di paste integrali o meglio ancora regionali, qualche pomodoro tipico doc (qui da noi, ad esempio, sono ottimi quelli della Torrente o della Rosina), cipolle (come quelle ramate di Montoro o di Bracigliano), il tutto condito con olio extravergine di oliva spremuto a freddo (come il nostro salernitano Gal, o quello di Agropoli, o quello di Roccadaspide), sale marino integrale della Sicilia e non bianco né iodato, erbette in barattolo (ricche di preziosi oligoelementi, che intervengono nella formazione di euenzimi ed euormoni, con riequilibrio di tutto l'assetto metabolico, ghiandolare ed immunitario), più, come tutti i giorni, pesce prevalentemente surgelato e di piccola taglia - affatto d'allevamento, come orate spicole trote salmone, tutti poveri animali colmi di veleni - ,o qualche fettina di pollo o tacchino allevati a terra senza ogm né antibiotici né vaccini, preferibili alla carne rossa, ed uno o due bicchieri di vino rosso (come il Gal delle colline salernitane, o di Agropoli, o di Roccadaspide, o stabiese, o di Solopaca, od anche il Montepulciano d'Abruzzo), o bianco (come la Falanghina irpina), tutti ricchi di preziosi antiossidanti.

In più, occorrerebbe integrare tale dieta con spremute di agrumi ed antiossidanti od anti radicali liberi presenti in spezie, erbe e piante naturali, magari con l'aggiunta di vitamine, come la A, la C, la E, e la D di origine ancora naturale (bella la scienza vitaminologica), convogliati all'attenzione dei medici di famiglia e del pubblico dalle numerose industrie medico - alternative, considerato l'ubiquitario stress ossidativo di cellule tessuti ed organi, dovuto ai metalli pesanti ed  agli interferenti endocrini, presenti non solo nel cibo, ma anche nelle acque dei mari e dei fiumi, nonché nei tubi che raggiungono le case.