mercoledì 6 novembre 2019

SUL SEGNO DELL'ARIETE (21 marzo - 20 aprile)

GENERALITA'

Negli antichi libri sanscriti, l'Ariete, a capo del gregge, è definito come fuoco purificatore. Il mito che vi si ricollega è quello degli Argonauti, alla ricerca del Vello d'Oro. Nel ciclo evolutivo umano rappresenta l'inizio dell'esperienza, la nascita dell'individuo.

Tende a fornire un immagine vincente di sé. Consuma incessantemente le sue energie, ha frequenti processi infiammatori, ma recupera rapidamente. Il suo numero portafortuna è l’11, la sua pietra il diamante (agata rossa, corniola, granato). Sotto tale segno, è nato Bach.

I BAMBINI “ARIETE”.

Ribelli e di temperamento impulsivo, mettono in discussione l'autorità dei genitori. Non hanno interesse per i giochi di pazienza, ma prediligono il movimento e la competizione.

GLI UOMINI ”ARIETE”

Accentrano sempre l'attenzione su di sé. Quando individuano una mèta, puntano decisi al traguardo; se sul lavoro raggiungono posizioni di potere, diventano refrattari a qualsiasi critica. Si dedicano anima e corpo all'amore, ma, se il sentimento si deteriora, possono voltare pagina senza ripensamenti. Con i figli, hanno atteggiamenti camerateschi e sbrigativi.

LE DONNE “ARIETE”.

Sono donne che sembrano avere una naturale propensione ad attirare, con la loro effervescenza e gioia di vivere, chi le avvicina. Sono madri esigenti ed autoritarie, ma tendono a prevaricare l'autonomia dei figli nelle loro scelte.

“PERCORSI D'OGGI”.

Oggi dobbiamo fare i conti con la devastazione dell'ambiente e con l'inaridimento del senso del Bene nei singoli e nelle collettività. Racconta il disegno che l'essere, quasi l'animale bicefalo che è in ognuno, quando postula la Divinità, viene affiancato da silenziose radici del Sè, la cui sceverata Immagine lo attira. 

La sofferenza dell'anima si traduce spesso anche in malattia mentale, punta dell'iceberg di un problema collettivo e ben più vasto: riguarda ogni anno nel mondo circa 450 milioni di persone, di cui 873.000 commettono come inconsciamente atto suicidario. 

Molti sono gli eventi stressanti che possono indurla, ed in una scala che va da 100 in giù, a parte le situazioni di passaggio ad altra vita, ecco i relativi punteggi di gravità che la accompagnano:

Divorzio 73. Separazione dal coniuge 65. Imprigionamento 63. Morte di un parente stretto 63. Incidente o malattia 53. Matrimonio 50. Licenziamento 47. Riconciliazione matrimoniale 45. Pensionamento 45. Variazione nello stato di salute di un membro della famiglia 44. Gravidanza 40. Acquisizione di un nuovo membro familiare 39. Cambiamento nello stato economico 38. Cambiamento di attività lavorativa 36. Variazione nei contrasti con il coniuge 35. Ipoteca di entità rilevante 31. Cambio di responsabilità sul lavoro 29. Allontanamento da casa dei figli 29. Problemi con parenti acquisiti 29. Notevole successo personale 28. Inizio o fine del lavoro da parte del coniuge. 26. Inizio o fine della scuola 26. 

Molti sono anche i casi di ansia e depressione, presenti oramai in tutti e comunque rappresentanti il 95% delle cosiddette malattie della mente. Qualche operatore del settore religioso ha affermato recentemente che quando con la mente ci si ammala, dobbiamo pensare ad un'immagine deformata di Dio. Qualcun altro ha detto invece che dobbiamo pensare ad un'immagine fedele di Dio nostro Signore.

Le due cose sono come equivalenti: la condizione di "malattia" (se tale è, e non invece è ossidazione iperacida neuronale dei distretti che neurobiologicamente danno determinati sintomi, dominabili con antiossidanti e dieta alcalogena), in cui la persona è come momentaneamente priva della responsabilità delle sue azioni, è paradossalmente più vicina a Dio, poichè in questo stato sembra non disporre a pieno di propria coscienza, quasi a confessare ed allontanare mancanze intraviste in se ed altri.

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