mercoledì 6 novembre 2019

SUL SEGNO DEI PESCI (20 febbraio - 20 marzo)

GENERALITA’.

La natura acquatica dei nativi, in continuo movimento, non ne permette definizioni schematiche. Hanno sensibilità quasi medianica, vibrante, che capta ogni impercettibile sfumatura degli stati d'animo.

Coltivano sogni e sentimenti delicati, perseguono ideali verso la perfezione e, quando vivono sinceramente una partecipazione alle vicende altrui, ne difendono con veemenza e imprevedibilità il tessuto solidaristico, legato al loro raziocinio superiore.

Vivrebbero benissimo nella provvisorietà e nel relativo, ma conservano una visione realistica della realtà. Nel ciclo evolutivo, rappresentano la trascendenza, la fusione con l'Assoluto. Nell'anatomia zodiacale, i Pesci governano i piedi, ma anche cellule nervose, epifisi ed ipofisi, e si riprendono molto rapidamente da malesseri e malattie.

Il loro numero portafortuna è il 12, la pietra l'acquamarina (corallo chiaro, madreperla brillante). Vi è nato Michelangelo Buonarroti.

“I BAMBINI “PESCI”.

Sono miti, sensibili a tutte le sfumature del comportamento altrui. Reagiscono alla minima ferita con grandi sofferenze, e restano profondamente impressionati dagli aspetti più duri della realtà, che contrasta con il loro mondo di sogni e poesia.

Ricchi di fantasia e intuizione, si appassionano a tante cose, ma non vanno a portarle a termine, come considerando cose maggiori. Amano la musica e sono ricercati dai compagni per il loro carattere generoso.

Non valutando a pieno le conseguenze del loro agire in candida innocenza, spesso sono come costretti a deviare rotta per riaffermare se stessi.

“GLI UOMINI “PESCI”.

Hanno una visione del tutto soggettiva della realtà, per cui possono apparire a volte come estranei da essa, sebbene colgano istintivamente aspetti che ad altri sfuggono.

Non si adattano, si mimetizzano come camaleonti, e alla fine proprio loro, in genere non aggressivi, poco intraprendenti, spesso pigri, fanno quello che vogliono, se vedono che serve agli altri e a se stessi.

Desiderano dalla partner un coinvolgimento totale: se manca, soffrono profondamente, come reindirizzati ai loro più insiemistici pensieri. Come padri, sono protettivi e a volte troppo indulgenti.

“LE DONNE “PESCI”.

Si presentano dolcissime, fragili, indifese, e viene spontaneo offrir loro appoggio e protezione, per risolvere quei piccoli problemi in cui spesso si smarriscono per le complicatissime trame della loro sensibilità.

Mancano di ferma determinazione quanto agli ostacoli della vita, ed hanno desideri che scorrono via come onde del mare. Più che seguire la vita, si lasciano fluttuare nell'esistenza, seguendo il corso degli eventi. Non sono attente alle proprie esigenze, e sacrificarsi per il bene del partner viene loro come naturale.

Se non mettono un freno alla loro vocazione assistenziale verso i familiari e nel sociale, finiscono poi senza spazio ed energia per se stesse. Se protette da un partner energico e volitivo, profondono a piene mani affetto verso i figli e diventano compagne tenerissime ed affettuosissime.

“PERCORSI D'OGGI”.

Se anche una sola Anima, dice l'Ermete tre volte grande, diede, origine, scindendosi, a tutte le anime che vagano nello spazio - tempo dell'Universo, nella tradizione cristiana, l'immagine dei Pesci è legata alla figura di Cristo, di cui un’antica preghiera sembra auspicare il ritorno: “Dal punto di luce, entro la Mente di Dio, affluisca luce nelle menti degli uomini: possa il Creatore, con cristico intento, tornare sulla terra. Dal centro, ove il volere di Dio è conosciuto, il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini, il proposito che i maestri conoscono e seguono. Dal centro, che vien detto il genere umano, si svolga il piano di amore e di luce, e possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede. Che luce, amore e potere ristabiliscano il piano sulla terra”.

Preghiera in parte come riproposta da S. Giovanni, nel cui "Apocalisse" vengono menzionati non solo i problemi di uno spirito diviso e parziale (quello settenario, delle chiese, che tentano di incarnare un unicum, lo Spirito), ma la coorte di coloro che hanno superato la prima morte, cioè che si sono avviati verso lo spirito di carità e di contemplazione.

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