mercoledì 6 novembre 2019

SUL SEGNO DEL LEONE (23 luglio - 22 agosto)

"GENERALITA".

Si riconducono ad esso i miti solari, da quello del dio persiano Mitra - dispensatore di salvezza e luce -, a quello del dio dell'Olimpo Apollo - dio virile per eccellenza e signore delle arti -, ad Ercole - che con le sue dodici fatiche perfeziona e rende divina la natura umana.

Nel ciclo evolutivo umano rappresenta l'affermazione dell'io, l'espansione della personalità. E naturalmente dotato di una fierezza e di un dinamismo energico, che gli conferiscono autorità. Il nativo impegna molto cuore ed sistema circolatorio, ed essendo iperattivo ed instancabile è necessario impari a rilassarsi e a condurre dieta antiossidativa ed ipocolesterolemizzante, per arginare  rischi da stress.

Il suo numero portafortuna è il 5, la sua pietra la sardonica (ambra, crisolito, occhio di tigre, rubino).  Vi è nato Henri Ford.

“I BAMBINI “LEONE”.

A causa della loro innata espansività, nei primi anni hanno assoluta necessità che vengano loro continuamente soddisfatte tutte le incontenibili richieste di conoscenza e di affetto. Non tarderanno allora a mostrare la loro inclinazione al comando, che non ammette mezze misure.

Nello studio, lo spirito competitivo li porterà a raggiungere risultati sempre migliori, purchè corretti secondo saggezza.

“GLI UOMINI “LEONE”.

Le loro energie e le loro capacità sono rivolte alla conquista di quei primati che nella vita ritengono loro naturali prerogative. Essendo ad essi estranee le idee dell'insuccesso o della sconfitta, quando capitano vivono una durissima crisi, chè torna loro difficile ridimensionare le aspettative. Sono sempre autorevoli con i figli, a volte esagerando.

“LE DONNE"LEONE”.

Sono prime donne per vocazione, nate per imporsi e per calamitare su di sé attenzione e ammirazione. Affascinanti, aristocratiche, per via di quella elegante noncuranza con cui si rivolgono al prossimo, possono apparire superbe, ma sanno aprire il loro cuore con grande generosità a chi chiede aiuto, fornendo un sostegno psicologico ed una organizzazione efficientissima nel risolvere i problemi altrui.

E' chiaro che tali donne esigono il massimo dalla vita e dall'amore, e, per far breccia nel loro cuore, il partner deve mostrare classe ed intraprendenza.

“PERCORSI D’OGGI”.

Un genitore che voglia educare i figli (cioè trarli dal mondo beato dell'infanzia, quella del principe Siddharta, che ancora non aveva visto il sobborgo della città), che voglia parlare alla loro ancor netta e ritta coscienza in modo stabile, trova più attenzione e riflessione quando li istruisce sulle inevitabili sconfitte che la vita riserva.

Nel vangelo indiano (la Bhagavad Gita, Il Canto del Beato) si parla non solo del rapporto intrinseco della divinità, cioè del vissuto interiore di Krishna e della sua sposa Radharani (pare leggere la Genesi: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza"), ma dei consigli che Dio stesso dà al suo arciere, immagine dell'umanità già fedele e contemplatrice delle bellezze del cuore di Dio.

Lasciando tali considerazioni ad una approfondita meditazione, in quest'epoca dei suoni e dei colori sono facili le deviazioni dal senso e dalle leggi dell'amore divino, nascoste nei comandamenti di Mosè e non distanti da essi.

Sono realistiche alcune affermazioni filosofiche: "Bisogna guardarsi dal commettere ingiustizia, più che dal riceverla. L'uomo deve preoccuparsi non di apparire buono ma di esserlo veramente, e in privato e in pubblico. E lascia pure che gli altri ti disprezzino, considerandoti un folle, e che ti offendano, se vogliono".

L'umanità buona, ai primordi e dopo, è stata sempre crocifissa durante i voli pindarici che si è procurata, e sempre mediante capri espiatori, ma i comandamenti all'anima sono rimasti, e stazionano e si reincarnano o ripresentano in ogni uomo o donna con buona volontà.

Omar Khayyàm, filosofo e astronomo persiano del 1200 d.C., rincalza: “Cos'è tutto questo affannarsi per il denaro, e tormentarsi per questo mondo? Hai mai visto qualcuno che sia vissuto eterno? Questi uno o due soffi di vita, che sono nel tuo corpo, se non un dono: e a mò di dono bisogna vivere!

E sì, per Zeus, lascia pure, restando impavido nel fare ciò che è più giusto fare, che ti schiaffeggino: tu non potrai patire nulla di male, quello a loro riservato, ove insistano.

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