giovedì 31 ottobre 2019

SULLE NASCITE

Per porgere un aiuto amorevole e sapiente ad un essere che Dio chiama a nascere, occorre certo riferirsi ai fattori esperienziali collegati alla gravidanza e poi alla nascita, ma questi sono successivi:  l'individuo non è una tabula rasa.

Ha in sè, sin dal concepimento, inclinazioni e propensioni intese come coscienza raggiunta in epoche precedenti (quelle di cui parlavano gli antico egizi, ma anche gli uomini primitivi, e poi nel tempo filosofi e teologi, uno per tutti Tommaso D'Aquino), di cui devono tener conto i genitori sin dal grembo materno e poi oltre, stabilendo con il minuscolo essere un vero e proprio dialogo, fatto di pensieri ed oggi anche di visioni, al monitor del ginecologo.

Una capovolta nella pancia della mamma può essere segno di contentezza, di una nuova ritrovata affettività, riferita non solo alla madre, ma anche al padre, e questo vale per ogni figlio, anche se a volte talune riescono a concepirlo in modo stralunato.

mercoledì 30 ottobre 2019

CIBI E PRESIDI TERAPEUTICI ANTIACIDI


Come premessa, da medico, invito i colleghi che credono di "curare" la gente, qualunque sia la patologia, dalle allergie al cancro, a leggersi almeno il seguente scritto, fra i molteplici: "L'equilibrio acido - basico": aspetti clinici, dietetici e bioterapici dell'acidosi tissutale, di Silvano Mantovani, Macrolibrarsi Edizioni.

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Ma ecco di seguito quanto è più alla portata di mano della semplice gente, anche poveri pensionati, che annaspano faticosamente presso i centri di prenotazione di varie visite, pagando forzosi ticket, per poi recarsi da "specialisti" ospedalieri o privati, i quali, a loro volta, ti rimandano ad esami di laboratorio, indagini radiologiche, strumentali e quant'altro, con ulteriore esborso di quattrini, per poi recarsi dal medico di base a farsi prescrivere "farmaci" allopatici, acidi e tossici, quasi tutti quelli correnti, a parte qualche utile antibiotico (magari una cefalosporina monodose, senza dover pensare a quelle parenterali, che hanno quasi tutte un "effetto spugna" pericolosissimo per l'organismo), qualche fiala di Bentelan e qualche compressina di Lasix, né intravedo altro, con ulteriore spesa in farmacia, quando invece, con dieta alcalinizzante all'80% ed acidificante al 20%, più qualche polvere alcalinizzante, quelle che seguono, potrebbero agevolmente e con minima spesa gestire a lungo per il meglio la loro salute, col semplice concorso del farmacista.

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Ecco ora informazioni sugli alimenti acidi (che alterano il ph e producono tossine in quantità, difficili da eliminare e che impediscono un buon assorbimento dei principi nutritivi) ed alcalini (quelli che mantengono il ph ematico intorno ad una lieve alcalinità, compatibile con le funzioni fisiologiche, enzimatiche ed ormonali dell'organismo).

Cibi acidificanti: farine e zuccheri bianchi, insaccati, carni di maiale e manzo, formaggi stagionati, margarina, olii di semi vari,, cibi in scatola, bevande gassate, torte, dolciumi ed alcolici.

Mediamente acidificanti sono: ceci, fagioli, lenticchie, formaggi freschi, anacardi, arachidi e pistacchi.

Cibi alcalinizzanti: broccoli, cavolo, spinaci, cavolo nero, insalata, patate, patate dolci, germogli, barbabietole e cetrioli, avocado, banane, anguria, papaya e mango, basilico, aglio, cipolle, sedano (questi ultimi dalle eccelse proprietà antimicotiche), cereali come miglio, amaranto, quinoa, segale e grano saraceno, erbe aromatiche, mandorle, olio di oliva extravergine spremuto a freddo, acque minerali, tisane.

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Infine, alcuni tra i preziosi presidi terapeutici alcalinizzanti, prodotti in genere da industrie alternative del farmaco.

Pegaso Regobasic polvere. Guna Basic bustine. Basenpulver Pascoe polvere. Realkatalym dr. Giorgini. Betulla Bianca Estratto Integrale soluzione. Basic Farmaderbe bustine. Oti Citrobasic bustine.

Non resta al medico che studiare l'equilibrio acido - basico, magari partecipando a qualcuno tra i tanti corsi realizzati dalle case farmaceutiche, come per esempio, qui da noi in Italia, dalla "Guna" e dalla "Named", o magari farsi raggiungere da qualche informatore farmaceutico di casa etica, come quella del dr. Giorgini.

martedì 29 ottobre 2019

FEGATO

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano: si trova a destra, dietro le ultime sette o otto costole, è di colore bruno e pesa in media 1,5Kg.

Esso svolge moltissime funzioni: durante la digestione produce e secerne la bile;  si occupa di filtrare le sostanze assorbite nell'intestino tenue;  permette di metabolizzare gli zuccheri; svolge una serie di processi, come la produzione di fattori di coagulazione; funge da deposito per numerose sostanze, tra cui il glucosio (come glicogeno), la vitamina B12, il ferro e il rame; contiene numerose cellule specializzate del sistema immunitario che agiscono da "filtro" nei confronti degli antigeni; e infine ha la funzione fondamentale di rimuovere le tossine e altri elementi nocivi dal sangue.

Purtroppo, con l’alimentazione moderna, condotta prevalentemente con zuccheri, grassi e cibi scadenti, con l'aggiunta di uno stile di vita alterato (dovuto in gran parte ad intossicazione da farmaci allopatici comunemente prescritti, compresi quelli che si dicono rivolti alla cura di processi infettivi a suo carico, nonché i chemioterapici, anche quelli cosiddetti deboli, volti a contrastare, mera illusione, tumori  epatici o d'altri organi, anche metastatizzati), la funzionalità di questo organo, intimamente connesso con altri, come l’intestino e i reni, va a farsi benedire.

Non si pensa, tranne che dai medici che vi hanno rivolto studi, alla complementare compromissione per le cause suaccennate, oltre che della ghiandola epatica, anche del Sistema Linfatico Associato alle Mucose, o MALT, intimamente collegato poi alla flora batterica intestinale, che da sola rappresenta ben l'80% del sistema immunitario, alterata comunemente ed estesamente da alimentazione acidificante e tossica, oltre che da antinfiammatori, antibiotici e cure ormonali.

Le principali tossine che il fegato deve dunque metabolizzare sono la stragrande maggioranza dei farmaci, l’alcol, sostanze tossiche ambientali, i cibi acidificanti e scadenti, gli additivi alimentari ed il surplus di ormoni prodotti dal nostro organismo in caso di stress.

Da queste tossine sono invasi almeno dieci milioni di italiani, se non tanti di più.

Ora, in concorso col cosiddetto Ministero della Salute,  l’Aifa - la succursale italiana della perversa Big Pharma, un coacervo di multinazionali che dirigono obsolete ma ancora grandemente sovvenzionate ricerche e controllano le industrie dei farmaci sparsi nel mondo -  cosa ha pensato, a riguardo di tale pletora di ammalati?

Di dotare gratuitamente gli ospedali e le Asl di farmaci – commercialmente Sovaldi, Harvoni, Gilead - che essa dice utili per la “cura” del fegato, in particolare in caso di epatiti infettive, quali la C, presenti non solo nei tossicodipendenti, ma anche nei cirrotici, nei trapiantati e nei soggetti a manifestazioni extra-epatiche cosiddette HCV-correlate.

Una vera schifezza, che non farà altro che aggravare, tramite quelle molecole, da usare per mesi e mesi, ancor più le funzioni epatiche, oltre che immunitarie, e che  costerà miliardi di euro allo stato (che, ove i politici non fossero stati disattenti, avrebbe potuto destinarli ai milioni di poveri della penisola), con buona pace delle industrie del farmaco, che ne trarranno grandi profitti con l’aiuto di medici incompetenti, sulle spalle della povera, ignara gente.

Diceva Claude Bernard: “Il microbo è nulla, il terreno è tutto”. Proprio così: i virus, compreso quelli detto HIV, sono una fregnaccia.

Quando l’organismo è ben nutrito - e sono sufficienti zuppe di patate e cipolle, condite con buon olio di oliva extravergine, erbette e sale marino -, il fegato rimane pulito, e, semmai siano presenti residui di tossine da farmaci o degli stessi virus, esso le metabolizza e ne provoca l’espulsione per via urinaria.

Rimane così ben in piedi l'affermazione di Ippocrate, padre della medicina: "Le malattie nascono a tavola".

Comunque, ove, per recuperare le suddette funzioni epatiche e quindi l'intero organismo, si voglia integrare la dieta con complementi farmacologici utili, li si trovano ampiamente in natura, nelle erbe e nelle piante: basta clicckare “cure naturopatiche per il fegato”, più che leggere un buon trattato di erboristeria, per allargare la mente.

In ogni caso, le industrie etiche del farmaco producono molecole del tutto protettive per il fegato, e ne cito due: la silimarina, che deriva dalla pianta del carciofo, ed il glutatione ridotto.

Chi volesse informarsi di più, non ha che da fare le opportune interrogazioni, in merito ai due farmaci suddetti, sulla rete.

lunedì 28 ottobre 2019

IL MICROBIOTA

Noto anche come "microflora intestinale", il microbiota è considerato un vero e proprio organo immunitario, essendo formato da numerosi microrganismi organizzati in comunità complesse e dialoganti tra loro: batteri - virus - funghi - protozoi.

Quando il microbiota è in equilibrio quantitativo e qualitativo, si svolgono funzioni essenziali, protettive, strutturali e metaboliche: si realizza così uno stato di eubiosi.

Se invce si conduce un'alimentazione prevalentemente acidificante (pane, pasta, farine, zuccheri, dolci, insaccati e formaggi), o si usano ripetutamente antibiotici - antinfiammatori - cortisonici, il microbiota viene ad alterarsi: è la disbiosi.

Tale disbiosi, se protratta nel tempo, conduce ad uno stato di infiammazione intestinale, con la conseguenziale perdita di selettività della barriera mucosale intestinale.

Intanto, più ci si alimenta con cibi acidificanti o più si conducono le suddette terapie, più l'infiammazione intestinale produce tossine, che, attraverso le vie emolinfatiche, raggiungono i vari organi, divenendo così sistemica, con espressione nelle malattie le più varie e gravi, dal diabete alla pletora delle malattie neurodegenerative, sino al cancro.

L'intestino è peraltro costituito da diverse centinaia di migliaia di neuroni, fatto questo che ha indotto i ricercatori a definirlo secondo cervello, dopo il Sistema Nervoso Centrale posto nella scatola cranica, il primo cervello.

Essi non solo hanno medesimi neurotrasmettitori, ma comunicano fra loro attraverso il nervo vago, che parte dalla base del cervello ed arriva ad innervare l'intestino.

Ciò detto, quando per i motivi suddetti viene ad alterarsi il microbiota intestinale, attraverso il vago e lo stesso flusso sanguigno  pervengono al cervello diverse sostanze tossiche, in particolare citochine, che vanno ad infiammarne le strutture, soprattutto quelle ippocampali: nascono così semplici o, se si perpetua la disbiosi, gravi stati d'ansia.

Inoltre, per via emolinfatica, vengono interessati anche gli organi inferiori, urogenitali, invasi principalmente da un fungo resosi patogeno, la candida.

La cura più opportuna per ricondurre alla normalità il microbiota, e quindi correggere lo stato infiammatorio intestinale, cerebrale e degli organi inferiori, consiste allora nella sequela di una condotta alimentare di tipo prevalentemente alcalinizzante e non acidificante, non nel ricorso agli psicofarmaci od antifungini, che invero aggravano sempre di più i diversi quadri patologici.

A complemento di tale alimentazione, è bene prima  svuotare l'intestino con estratti di piante che favoriscono una sana defecazione (o due granuli di lunga vita Fiuggi, la sera prima di andare a letto, o due compresse di Dieci Erbe Esi normali), e poi pensare a ripristinare la flora batterica intestinale con opportuni fermenti lattici, capaci di superare indenni la barriera gastrica e raggiungere così il colon (tra i tanti, il Microflor 32 della Cemon Italia, in ragione di una o due capsule la mattina, dopo colazione, per una decina di giorni, per tre mesi).

L'EMPATIA

L'empatia, l'arte di comprendere le emozioni, ovvero la capacità di mettersi nei panni degli altri, sostenuta da intelletto e purezza d'intenti, è una delle funzioni più ragguardevoli dell'essere.




IL CONTROLLO DEL RESPIRO

Non esiste austerità che porti più in alto, del controllo del respiro.

Esso purifica ogni impurità, ed accende la fiamma della conoscenza.

domenica 27 ottobre 2019

L'OLTRE

Non importa quanto si sia lontani: i legami tra le anime, creati dal pensiero, continuano ad esistere. 

Fili invisibili ricamano nei meandri del cuore, nei nascondigli della mente, tutto ciò che gli occhi non possono vedere, e lo trasformano in sorriso o in lacrima.

Si sperimenta così l'Oltre, richiamandolo su di sé e sugli altri.

venerdì 25 ottobre 2019

PATA PATA - Miriam Makeba

UN TRADUTTORE UNIVERSALE

Due famosi inventori giapponesi hanno creato un poco costoso traduttore istantaneo, chiamato MUAMA Enence, che riesce a tradurre facilmente discorsi in tempo reale in oltre 40 lingue, utilizzando soltanto qualche tocco di dita.

E' poco ingombrante, facile da portare in giro in qualsiasi tasca o borsa, oltre ad essere lì proprio quando nei hai bisogno, anche in luoghi affollati, poiché il suono è abbastanza alto da essere udito chiaramente.

TU COME STAI - Claudio Baglioni

NUOVE ESPERIENZE E MEMORIE ANTICHE

I bambini, sin dal grembo materno, portano con sé i ricordi di epoche lontane.

Questa memoria - come riconsiderando il mito della caverna di cui parla Platone: c'è ancora qualcuno che ne estrae il peniero dalla biblioteca! - sopravvive in essi quali vestigia di un passato inscritto nella loro anima, che possono  anche sperimentare come un fenomeno del deja vù.

Ma via via che crescono quella memoria si può affievolire a causa delle loro nuove esperienze, che andrebbero continuamente controllate e portate a giustezza.

giovedì 24 ottobre 2019

LA CASEINA DEL LATTE: IL PIÙ POTENTE CANCEROGENO DELLA STORIA DELL'UOMO

“La caseina è il più potente cancerogeno della storia: l'ho detto in passato e continuo a sostenerlo. Finora non mi hanno mai contestato su base scientifica e non possono farlo, perché è vero!”

Così con la forza dei suoi 50 anni di ricerca e nuove (prossime) pubblicazioni su Science il prof. T. Colin Campbell ha riaffermato ad Abano Terme, lo scorso 20-22 maggio, ciò che ha sempre sostenuto. 

“L’alimentazione, così come la intendiamo oggi, è il vero problema: bisogna rivederla e approfondirne le implicazioni. Una sfida che tutti noi dobbiamo accettare e sulla quale dobbiamo organizzarci per gestirla con serietà e metodo di ricerca.”

Una umiltà senza paragoni quella del professore della Cornell Univesity. Per tre giorni protagonista di un dibattito internazionale che ha visto la partecipazione di esperti americani, europei ed italiani l’autore del The China Study ha puntato dritto al punto della questione sollevata dalle sue ricerche e ha invitato gli specialisti in sala ad un confronto e approfondimento scientifico centrato sull’obbiettivo.

“Tutti noi sappiamo che le evidenze scientifiche non sono certezze matematiche, soprattutto nella scienza della nutrizione. Ci sono trilioni di cellule nel nostro organismo che colloquiano tra loro continuamente: come facciamo a dire di conoscerne davvero il funzionamento? 

Fino a quando si continuerà a discutere dei singoli dettagli che si possono solo ipotizzare come veri si continuerà a spostare l’attenzione da ciò che deve essere lo scopo primo della nostra ricerca: lo studio completo dell’efficacia di un cambiamento della dieta nella salute delle persone”.

Ad accogliere il monito del ricercatore statunitense per l’ultima volta in Europa una platea di oltre 1.400 persone che tra la giornata di venerdì e quella di domenica si sono susseguiti nella sala convegni dell’Hotel Alexader Palace per un dibattito dedicato al grande pubblico e ai medici e specialisti del settore.

Una tre giorni di full immersion, con approfondimenti e tavole rotonde che hanno toccato tutti i diversi temi legati alla nutrizione e alla salute, dall’oncologia alla pediatria, dalla cardiologia al rapporto mente e corpo.

Ad aprire il dibattito le relazioni frontali di alcuni tra i principali medici italiani coinvolti nel Laboratorio professionisti che nell’ambito dell’Associazione Equilibrio Delicato – Be4eat stanno lavorando per costruire in Italia un concreto progetto di ricerca capace di dare le prime e importanti risposte alle domande di molti pazienti e parenti che oggi affollano gli ambulatori medici.

Dal tema della ricerca a quello più complicato di una adeguata proposta clinica e dietetica in ambito oncologico rivolto agli specialisti con crediti ECM, il pomeriggio del venerdì è stato la premessa della giornata di sabato che ha catturato l’attenzione del grande pubblico sui temi centrali della salute, della prevenzione e della cura delle principali patologie del nostro secolo.

Un dibattito che ha coinvolto sul palco una trentina di medici e specialisti italiani, insieme alla relazione di ospiti stranieri provenienti dall’Irlanda come il dott. John Kelly e dalla Spagna, con la dottoressa Odile Fernandez Martinez che con l’esposizione medica della sua guarigione da un cancro metastatico alle ovaie ha commosso tutta la platea.

A corona dei tre giorni di discussione, i collegamenti esteri con il dr. Neal Barnard, ricercatore clinico e professore di medicina alla George Washington Univesity, con il dr. Micheal Greger fondatore dell’American College of Life Style Medicine e direttore sanitario della Humane Society of the Unites States, e con il dr. Dean Ornish, Clinical Professor di Medicina all’Università della California e direttore della Preventive Medicine Reserch Institute di Sausalito.

La professionalità degli 80 volontari provenienti da tutta Italia e la disponibilità degli ospiti testimonial come il grande attore Tullio Solenghi hanno reso possibile la riuscita di un dibattito che nasce spontaneo nelle case di tutti e che sulle tavole di tutti trova la sfida principale e più importante: la salute a lungo termine di chi amiamo.

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Per i medici che vogliano riferirsi anche a qualche testo italiano per approfondire l'argomento latte - latticini - formaggi, consiglio la lettura di "Latte e formaggio", di Claudio Corvino, Macro Edizioni.

Io l'ho trovato stimolante. MM.

martedì 22 ottobre 2019

METALLI PESANTI NEL CIBO, CAUSA PRIMARIA DEL CANCRO E DELLE ALTRE MALATTIE

Dannosi metalli pesanti (in particolare mercurio, arsenico, piombo, cadmio, alluminio, nichel) sono presenti nello smog, nell'acqua (pioggia acida, avvelenamento di mari - fiumi - laghi - corsi d'acqua - tubature domestiche), cibo (soprattutto il mercurio, presente nei pesci di grossa taglia, quale il tonno), farmaci, tabacco (cadmio), cosmetici, vernici, vestiti, oggetti d'uso comune.

L'uomo ne rimane perciò ovunque intossicato, sviluppando malattie le più varie (dal diabete alla sclerosi multipla, alla sla, al parkinson, al morbo di Crohn, alla gran parte dei tumori).

Le alterazioni provocate da essi nell'organismo sono invero perlopiù: anemia da rottura dei globuli rossi (con liberazione di IgG e IgM); formazione del complesso antigene - anticorpo (con liberazione di IG g e IG m, e interessamento in particolare dei glomeruli renali); eccessiva produzione di radicali liberi nei principali componenti delle cellule (lipidi, proteine, carboidrati e dna nucleare), che ne rimangono gravemente ossidate (stress ossidativo).

Come detto, le intossicazioni da metalli pesanti interessano come per intero la popolazione mondiale, per cui è più che ragionevole pensare a depurarsi da essi precocemente, ed evitare quindi le varie patologie suddescritte.

Esistono due metodi, per tale depurazione: uno farmacologico  (tipico esempio ne è l'edta in flebo, sconsigliabile, perchè induttore di gravi effetti collaterali, soprattutto a carico di fegato e reni); ed uno naturale (consistente nel ricorso ad alimenti semplici e di provenienza certificata - soprattutto frutta ben matura tra cui spicca il limone, e verdure quali spinaci e bietole, presenti sia nei supermercati che in attrezzati negozi, purtroppo sempre meno frequentati, ed evitando gli alimenti industriali, pieni di pesticidi, additivi, coloranti, conservanti e altre sostanze non naturali -, e poi assumendo complementarmente validi integratori naturali, i cosiddetti antiossidanti, come la vitamina C di origine naturale, i carotenoidi, i polifenoli, il glutatione, in particolare le pastiglie di Ultrathione 1000, che contengono 4 volte il livello di glutatione di una semplice flebo, e poi l'acido r-lipoico, l'argilla verde ventilata, l'alga clorella, la spirulina,  le alghe blu-verdi, gli omega 3 di origine vegetale, il psyllium, il solfato di magnesio, e le numerose spezie, in particolare pepe nero, peperoncino, cardamomo, chiodi di garofano, cannella e curry di provenienza biologica).


mercoledì 16 ottobre 2019

LA VERA MEDICINA D'URGENZA

In genere, si ricorre all'ospedale non solo per fatti traumatici di immediata pertinenza chirurgica od ortopedica, ma prevalentemente per due motivi: un'ambascia respiratoria e palpitazioni cardiache, le due condizioni potendo coesistere.

Nella mia attività di medico di famiglia, in un paese isolato dal resto del mondo, dovevo anche interessarmi di emergenze.

Oltre a porre un immediato semplice occhio sulla costituzione del paziente (se nella norma, o se magro, o se obeso), al volto (se bianco o arrossato od ingiallito o terreo), ed alle sclere, mi precipitavo ad ascoltare col fonendoscopio il torace, alla ricerca di rantoli o rantolini, soprattutto alle basi, nonché di rumori od ottusità con la percussione.

Mi ponevo poi sull'aia cardiaca, per rilevare eventuali sfregamenti o soffi  a carico del motore cardiaco, più i toni, che potevano darmi prevalenti indicazioni sullo stato delle valvole.

Ancora, tastavo il polso radiale  (se debole o iperpulsante), misurando poi la pressione arteriosa e le onde sfigmiche con lo sfigmomanometro, queste ultime dandomi indicazioni su uno stato yin o yang del paziente, di cui già allora mi interessavo.

Misuravo infine la temperatura con un termometro od anche, se il tempo stringeva, ponendo la mia mano sulla sua fronte.

Lo interrogavo poi se per caso gli fosse stato diagnosticato diabete, e sulla condotta alimentare, ma già sufficiente essendo stata la primaria fotografia della sua ombra fisica.

Non perdevo ulteriore tempo, i dati di cui sopra indirizzandomi ad una immediata condotta terapeutica, con ben pochi farmaci: una fiala o massimo due di Bentelan da 4 mg, una di Lasix da 20 mg, delle gocce di digitale in caso di fibrillazione atriale, e come sempre di un antibiotico (una cefalosporina od un aminoglicoside, che avevo in borsa con me), instradato non solo dai rilievi toracici, ma cotto del fatto che la quasi totalità delle malattie era dovuta ad infezioni, prevalentemente a carico dei polmoni e dei reni, che i cinesi consideravano la fonte della vita.

Ho salvato così molte vite.

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Oggi, invece, i medici di famiglia se ne fregano delle urgenze, e ti mandano subito in ospedale, dove si va a morire con estrema frequenza.

Prendiamo il caso di un'ambascia respiratoria: magari ti fanno qualche piccola domanda, ti auscultano, ricorrono ad un elettrocardiogramma che non dice niente sull'equilibrio idrosalino, poi ad un prelievo da vena (i cui risultati hanno il tempo che trovano, e magari si ricorresse ad una elettroforesi ematica, nonchè urinaria), poi ti fanno un torace, o se non contenti, anche  una tac, con perdurante attesa del malcapitato, e poi chissà a cos'altro ancora la mente fertile delle multinazionali ha inventato.

Passano intanto ore, su una sedia od una barella, ad attendere se ti ricoverino in urgenza od in reparto.

E lì che ti fanno? Quasi mai, o con grave ritardo (visto che non ci si accontenta di un torace e si rimanda ad esami colturali ematici o peggio su dolorosi broncoaspirati, i cui risultati arrivano dopo giorni), ricorrono ad una antibioticoterapia, cui ci si dovrebbe indirizzare con la semplice misura della temperatura e con l' auscultazione toracica: terapia capace da sola di sbloccare polmoni e reni, coinvolti come sempre da processi infettivi, con miglioramento d'emblèe del quadro generale.

E' frequente, poi, in queste "urgenze" (non solo per frequenti flebopatie ma anche nei casi semplici o complessi di coma), il ricorso alle potenti eparine di oggi, mica al semplice acido acetilsalicilico, che studi affermatissimi hanno rivelato essere il miglior ed innocuo anticoagulante.

L'eparina (che smuove grassi viscerali, ed alla quale non bisognerebbe affatto pensare, soprattutto se nella norma colesterolo, trigliceridi ed omocisteina, casomai ricorrendo all'acido acetilsalicilico, il vecchio Flectadol in vena, il miglior anticoagulante secondo affermatissimi studi) scoagula forse il sangue, ma rende anche possibile la formazione di trombi, a partenza non solo dai grassi viscerali, ma dagli stessi presunti coaguli, con possibile interessamento embolico delle arterie cerebrali (potendo riaffiorare più gravemente un coma), polmonari (con successivo peggiore quadro dispnoico, che ahimè, ci si volge a ridurre col ricorso ad una ventilazione artificiale con dolorosa intubazione endotracheale, che, se perdurante, aggrava ben più non solo lo stato psicologico del soggetto, ma la funzionalità dei suoi stessi polmoni), e dell'atrio e del ventricolo destro del cuore (con quadri di scompenso).

Quanto alle acidosi metaboliche e respiratorie facilmente presenti in questi pazienti (soprattutto se obesi, ed indotte per lo più da un'alimentazione con cibi acidi e spesso da un concomitante ricorso alle sigarette, contenenti metalli pesanti ed altre molecole tossiche dei fumi da aspirazione), oltre a poter essere rilevate per dare lumi sull'equilibrio acido - basico del paziente con la semplice misura del ph ematico ed urinario, o se si vuole col concorso del breath test, in luogo della frustrante ed atemporale emogasanalisi, e magari volgendo il pensiero alla concentrazione dell'emoglobina, che nutre tutte le cellule di ossigeno.

L
a ventilazione polmonare, soprattutto se il mantello lo si vede ad occhio funzionare, e se i parametri ematochimici sono nella norma, la si potrebbe effettuare con una maschera di semplice ossigeno pressurizato, intervenendo poi immediatamente con un'antibioticoterapia in caso di febbre, essendo sufficiente una cefalosporina od un aminoglicoside, senza aspettare l'esito di colture o broncoaspirati od esami virologici, che, come diceva Claude Bernard, "il microbo è nulla, il terreno è tutto", che si tratti di semplici incurabili virus od anche del cosiddetto Hiv, Aids compresa, bufale internazionali, che i sudafricani curano con zuppe di cipolle, utili anche a contrastare la tubercolosi, per chi si fosse smanettato su internet.

Ma, ove persista un'acidosi, magari modica, che a ben ragionare non è solo di tipi respiratorio ma anche metabolico, chè è di certo ingolfato il mesenchima o matrice extracellulare, per chi abbia condotto studi omotossicologici, la si potrebbe contrastare efficacemente contrastare con delle polveri basiche, tipo Regobasic della Pegaso, sebbene in commercio ce ne siano centinaia di simili, prodotte anche dalle industrie allopatiche, non solo cosiddette alternative.

Una sostanza altamente basica è poi il solfato di magnesio, uno degli ingredienti delle costosissime sacche di Periven, in sostanza il vecchio sale inglese, la cui polvere per os è decisiva per risolvere adeguatamente un'affiorante stipsi, problema non solo di degenza ospedaliera, ma cosmico.

Ma il Periven contiene anche aminoacidi concentrati, di cui il cervello, la scatola di comando del paziente, sicuramente messo a digiuno, potrebbe magari giovarsi per un paio di giorni.

Quegli stessi aminoacidi concentrati, infatti --- se non accompagnati da un'adeguata idratazione con il ricorso 24 ore su 24 a soluzioni idrosaline, ove i pazienti vengano intubati, nè potendo bere, e considerando che le cellule ed i tessuti hanno bisogno di circa due litri di acqua al giorno ---, potrebbero provocare sofferenze renali con anuria e magari edemi alle caviglie, che si dovrebbero contrastare con qualche compressina da 25 mg di lasix, purchè venga sostenuta l'idratazione, od il semplice diuretico bloccherebbe ancor più i reni.

La migliore condotta antiacida, in ogni caso, sarebbe la sequela primaria, nello stesso ospedale, di una dieta alcalinizzante (capace non solo di ridurre ogni fenomeno acidotico, ma anche di contrastare la compromissione come generalizzata - dovuta a pasta, pane, zucchero, dolci, insaccati, latticini, formaggi - del microbiota intestinale, che da solo rappresenta ben l'80 per cento dell'intero comparto immunitario ed è inoltre capace di regolare l'intero assetto endocrino, come da studi di Psico Neuro Endocrino Immunologia), cui dovrebbe condurre il nutrizionista, ove tra le figure di quelle mura.

L'alcalinizzazione, poi, ove il paziente se ne uscisse comunque fortunosamente indenne dalle corsie ospedaliere, dovrebbe essere realizzata cronicamente un pò da tutti, non solo da quegli ammalati, con alimenti scelti, pochi, contenenti nutrienti capaci di far fronte alle esigenze quotidiane del cervello, che macina attività costantemente.

Questi, ad esempio: minestroni anche surgelati di verdure, tuberi e legumi, con l'aggiunta di riso parboiled o di paste integrali o meglio ancora regionali, qualche pomodoro tipico doc (qui da noi, ad esempio, sono ottimi quelli della Torrente o della Rosina), cipolle (come quelle ramate di Montoro o di Bracigliano), il tutto condito con olio extravergine di oliva spremuto a freddo (come il nostro salernitano Gal, o quello di Agropoli, o quello di Roccadaspide), sale marino integrale della Sicilia e non bianco né iodato, erbette in barattolo (ricche di preziosi oligoelementi, che intervengono nella formazione di euenzimi ed euormoni, con riequilibrio di tutto l'assetto metabolico, ghiandolare ed immunitario), più, come tutti i giorni, pesce prevalentemente surgelato e di piccola taglia - affatto d'allevamento, come orate spicole trote salmone, tutti poveri animali colmi di veleni - ,o qualche fettina di pollo o tacchino allevati a terra senza ogm né antibiotici né vaccini, preferibili alla carne rossa, ed uno o due bicchieri di vino rosso (come il Gal delle colline salernitane, o di Agropoli, o di Roccadaspide, o stabiese, o di Solopaca, od anche il Montepulciano d'Abruzzo), o bianco (come la Falanghina irpina), tutti ricchi di preziosi antiossidanti.

In più, occorrerebbe integrare tale dieta con spremute di agrumi ed antiossidanti od anti radicali liberi presenti in spezie, erbe e piante naturali, magari con l'aggiunta di vitamine, come la A, la C, la E, e la D di origine ancora naturale (bella la scienza vitaminologica), convogliati all'attenzione dei medici di famiglia e del pubblico dalle numerose industrie medico - alternative, considerato l'ubiquitario stress ossidativo di cellule tessuti ed organi, dovuto ai metalli pesanti ed  agli interferenti endocrini, presenti non solo nel cibo, ma anche nelle acque dei mari e dei fiumi, nonché nei tubi che raggiungono le case.

STUCK - Caro Emerald

lunedì 14 ottobre 2019

SULLE API

Al di là dell’elaborazione del miele, l’attività delle api --- gli esseri più importanti per la sopravvivenza dell'uomo! --- è legata primariamente al trasporto del polline, di cui si impregnano le loro zampette nel succhiare il nettare dai fiori, favorendo così la fecondazione e la formazione di frutti e degli stessi fiori: un lavoro insostituibile, che garantirebbe o avrebbe garantito, se l'uomo non ne avesse gravemente compromesso la sopravvivenza, la produzione di almeno un terzo dei prodotti che l’uomo stesso e le altre specie consumano quotidianamente.

Infatti, l'uso cosmico di pesticidi, fertilizzanti chimici e fitormoni ---- padroneggiato e propagandato da perfide multinazionali, soprattutto quelle legate ad industrie chimiche, a loro volta succedanee di quelle del petrolio ---- ha inquinato le terre e le acque di tutti i mari, laghi e fiumi, sconvolgendo così il ciclo delle stesse acque e quindi dell'atmosfera, con i gravi fenomeni climatici di cui ci avvisano quotidianamente, ma, soprattutto, ha messo a tappeto molte delle 20.000 specie di api prima presenti sul pianeta.

Esse impollinano una gran parte delle colture con cui si sfamano gli abitanti della Terra: il 60% della produzione di frutta e verdura, così come circa 25.000 specie di piante da fiore, dipendono infatti dalla loro presenza.

Ma al giorno d'oggi, a causa dei motivi suddetti ---- industrie del petrolio e chimiche ----, si assiste nel mondo ad una moria come generalizzata di esse, con l'aggravante del problema delle api assassine o africanizzate, pericolosi ibridi creati in laboratorio intorno agli anni '70, che hanno invaso i tre continenti con relativi gravissimi danni per l'ecosistema, e per la stessa produzione di miele.

Tutto questo si è tradotto in carestie ed in una diminuzione della diversità del cibo, quindi di sani alimenti, causando peraltro ingenti danni economici a milioni di agricoltori.

Ma l'uomo è testardo! Ancora oggi non si chiudono raffinerie e pozzi di petrolio -- che inquina mari cieli e terre, e di cui ne servirebbe ben poco, data l'ampia disponibilità del più innocente gas --, e della quasi totalità delle  industrie chimiche collegate all'oro nero.

I padroni del vapore dovrebbero pensare al contrario ad immediate estese coltivazioni di canapa, dai mille usi, e di alberi e piante da frutta, più che di fiori, se non di campo, e poi saponifere, per rimediare alla bell'e meglio i danni realizzati nelle acque e sulle terre, nonché nei cieli, che non forniscono risposta.

ACCADRÀ COSI'

Accadrà così che, nell`osservare i cieli, il giorno, la notte ed ogni altra cosa visibile, distintamente ci rammenteremo di Colui che ci benefica.

giovedì 10 ottobre 2019

AVVISO AI PEDIATRI


Il latte in polvere per neonati di Nestlé, Danone e Novalac è contaminato da idrocarburi aromatici di oli minerali: è l'allerta che arriva da alcune analisi di laboratorio indipendenti svolte da Foodwatch in Olanda, in Francia.

martedì 1 ottobre 2019

ALCALINIZZAZIONE E BIOELETTRONICA DI VINCENT


Un corpo acido è un corpo malsano: quando esso è acido, si crea un ambiente indesiderato nell'intestino, in cui prosperano malattie, batteri e lieviti.

Per neutralizzare e rimuovere l’acidità esso preleva minerali da organi vitali e ossa, di conseguenza importanti riserve minerali, come calcio, sodio, potassio e magnesio saranno ridotte provocando danni e acidosi.

La maggior parte degli alimenti che consumiamo favoriscono l’acidità, come latticini e formaggi stagionati, cereali trattati, carni di animali da allevamento, e zucchero. 

Ora, poiché il corpo accumula costantemente gli scarti acidi dipendenti da tale scadente ed acida alimentazione, occorre neutralizzali od espellerli in qualche modo.

Non c'è che un unico rimedio: una dieta a base di alimenti alcalini od alcalinizzanti:

Rientrano, fra i suddetti, frutta non trattata e ben matura, verdura di stagione, oli vegetali (in particolare l'olio di oliva extravergine spremuto a freddo, quello ancora presente nelle nostre colline), semi oleosi e frutta secca, sebbene, in generale siano considerati alcalinizzanti i seguenti alimenti: tutti i vegetali, comprese le insalate; i tuberi e le radici; le patate ( specie se mangiate con la buccia); la frutta (compresa quella acida); la frutta essiccata; le mandorle e gli anacardi, le acque minerali alcaline; il bicarbonato di sodio; il sale marino integrale (assolutamente no quello iodato).

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Ora, voglio descrivere, qui di seguito, la pozione alcalinizzante che facevo assumere ogni mattina ai miei pazienti, al fine di alcalinizzarli già efficacemente, oltre a consigliar loro di nutrirsi nel modo suddetto, con pranzo e cena parchi.

Ecco in cosa consisteva:

1) Facevo sciogliere, insieme ad un cucchiaino di zucchero (che avrebbe un'azione più o meno simile al fosforo omeopatico), due cucchiai di Alcalosio polvere o di Citrosodina granulare in un bicchiere alto, mezzo colmo di acqua tiepida oligominerale, sino a quando i granuli non fossero del tutto disciolti.

2) Solo allora, quando i granuli di Alcalosio o Citrosodina fossero stati per l'appunto del tutto disciolti, si poteva aggiungere il succo di uno o due limoni biologici, i quali - contenendo, come l'Alcalosio o la Citrosodina, oltre la beneficissima vitamina C, anche acido citrico, un acido debole capace di spostare acidi forti e quindi realizzando infine un'alcalinizzazione) -  aumentavano così notevolmente il potere tampone di quella miscela.

3) Infine, il tutto andava rimescolato - con l'aggiunta di un altro mezzo bicchiere d'acqua -, e bevuto a sorsi.

L'ULTIMO GIOCO

Da poco si può, nel tempo libero, giocare con "World War", o "Conflict of Nations”.

E' un  gioco gratuito di strategie, per esperti navigatori, durante il quale il giocatore si interessa, con attenzione, ad una guerra mondiale, di tipo economico, tecnologico, militare, diplomatico.

L'INDICE GLICEMICO DEI CIBI, IL LORO CARICO GLICEMICO

Tabella degli alimenti, con il loro Indice Glicemico.

L'indice glicemico (IG) è un sistema di misurazione numerico che serve a valutare la velocità con cui un carboidrato provoca nella circolazione sanguigna un innalzamento non solo degli zuccheri, ma anche dell'insulina (ormone che serve a farli scendere poi a livelli normali): più alto è il numero, più ampie sono le reazioni nel sangue degli zuccheri e dell'insulina. Pertanto, un cibo ad alto IG provocherà un rapido picco, mentre un cibo a basso IG provocherà un lieve innalzamento.

La velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'ingestione di determinati cibi dipende da molti fattori, fra cui: il tipo di carboidrato ingerito, la presenza di fibre, l'eventuale presenza di grassi e proteine.

L' IG è un numero derivato dal rapporto tra la risposta glicemica postprandiale ad un singolo alimento e quella di un alimento di riferimento (in questo caso, il pane bianco comune, il cui IG è fissato a 100), la dose di pari riferimento essendo pari a 50 grammi.

In sostanza, l'Indice Glicemico rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di 50 grammi di carboidrati: la velocità si esprime in percentuali, prendendo lo zucchero o il pane bianco come punti di riferimento (valore 100).

Sono alimenti favorevoli (a basso IG): tutti gli alimenti in cui è presente fibra integrale (verdura e frutta, più alcuni cereali, tra cui riso integrale, orzo, avena). Sono sfavorevoli (ad alto IG) e quindi da evitare: tutti i carboidrati raffinati, ad alta densità, come pane e pasta prodotti con farine 00, riso bianco raffinato, zuccheri in genere, dolci.

Molte, comunque, sono le possibili spiegazioni per giustificare la diversa capacità degli alimenti di provocare risposte glicemiche e insulinemiche, tra cui: la forma e la struttura di un chicco come quello del riso; il tipo e il grado di cottura; il tipo e la qualità delle fibre (quelle idrosolubili, quali quelle dei legumi, hanno un effetto metabolico di rallentato assorbimento del glucosio, in grado di mantenere costante nel tempo, senza pericolose oscillazioni, il valore della glicemia stessa); la presenza di amilosio o aminopectina; la contemporanea presenza di fibre e di antinutrienti (starch blockers); la composizione chimica generale; l'interazione con grassi, proteine, sodio, che interferiscono con la capacità intestinale di assorbimento.

Gli alimenti a basso IG si associano ad una migliore prognosi vascolare, con valori ridotti di alcuni indicatori di infiammazione (come la PCR) e dei trigliceridi, con valori più elevati di colesterolemia "buona" (HDL).

Un IG pari a 50 indica che l'alimento preso in esame innalza la glicemia con una velocità che è pari alla metà  di quella del glucosio.

Valori dell'IG: alto (70 o più); medio alto (56-69); normale (fino a 55).

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L'IG non è l'unico parametro che bisogna considerare per calcolare la risposta glicemica, esistendone uno ben più importante da considerare: il Carico Glicemico, indice che, oltre a rappresentare la qualità dei carboidrati, considera anche la loro quantità.

Ad esempio, il fruttosio ha un IG molto basso (20), ma 50 grammi di fruttosio provocano un aumento glicemico maggiore rispetto a 10 grammi di zucchero (IG 66).

Il Carico Glicemico si ottiene moltiplicando la quantità di carboidrati espressa in grammi per l'IG.

Ecco perché 50 grammi di fruttosio aumentano di più la glicemia rispetto a 10 grammi di zucchero.
Carico Glicemico di fruttosio: 20 IG x 50=1000. Carico Glicemico di zucchero: 66 IGx100=660.

Consumare molti alimenti ad alto Carico Glicemico aumenta il rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2. Al contrario, i cibi a baso Carico Glicemico possono prevenirlo, anche attraverso una minore quantità di insulina che si immette nel circolo sanguigno: l'assunzione di alimenti ad elevato IG e ad elevato Carico Glicemico, infatti, causa un rapido aumento dei livelli di glicemia.

Poiché la glicemia deve rimanere entro un range di valori costante  (fra i 70 ed i 120 mg/dl), in seguito al suo aumento viene rilasciata in circolo una certa quantità di insulina, che facilita il passaggio del glucosio sanguigno alle cellule che formano i tessuti. Tuttavia, questi ultimi non sono in grado di metabolizzare grossi quantitativi di glucosio in tempi rapidi, e gli zuccheri in eccesso vengono convertiti in grasso (o in glicogeno). Inoltre, un eccesso di insulina causa un brusco calo della glicemia, che però deve rimanere costante per soddisfare i fabbisogni energetici di vari organi, in particolare del cervello.

Questa repentina diminuzione stimola il senso di fame, per cui l'individuo, preso dall'appetito, assume nuovamente alimenti ad alto Indice e Carico Glicemico. In tal modo, il processo riprende, facendo entrare così il soggetto in un circolo vizioso molto dannoso per la salute e la silhouette.